Viaggio in Polonia nei luoghi di Papa Giovanni Paolo II
È stata un’esperienza formativa e ricca di emozioni quella dei ragazzi (una ventina) che accompagnati dal parroco del Grand Paradis don Daniele Borbey e da alcuni genitori hanno visitato i luoghi in cui è nato e cresciuto uno dei Papi più amati della storia contemporanea: Giovanni Paolo II. Il pellegrinaggio è cominciato domenica 1° agosto per terminare venerdì scorso, 13 agosto. Don Daniele Borbey che è orgoglioso del percorso proposto durante questi 14 giorni: «Siamo stati nei luoghi di Giovanni Paolo II, in particolare abbiamo visitato i posti dove ha vissuto da giovane e dove ha studiato, ovvero a Cracovia. Con i miei ragazzi abbiamo replicato i giochi, i momenti di preghiera e tutto ciò che faceva lui con i suoi. A Wadowice, la città dove è nato nel 1920, abbiamo avuto l’onore di entrare in casa sua. In quell’occasione abbiamo ricevuto una bellissima accoglienza da parte della preside della scuola che Wojtyla ha frequentato da ragazzino. È stato bello vedere come la sua famiglia vivesse in allegria e gli stessi abitanti fossero fieri di vivere in quel luogo caratterizzato dal suo passaggio e ciò riescono a trasmetterlo molto bene ai turisti. Davanti ad ogni chiesa vi è un altare o una statua che lo raffigura. È innegabile che i polacchi abbiamo un forte attaccamento alla figura di Giovanni Paolo II».
Durante il viaggio spazio anche a momenti di riflessione sulla precarietà della vita, in particolare in occasione delle visite ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. «È impressionante la metodicità con cui sono stati pensati questi luoghi di massacro, lasciano senza fiato. - confessa don Daniele Borbey - Il luogo più sconcertante è l’ingresso di Birkenau dove era stata deviata la ferrovia per far sì che entrasse all’interno del campo. Questa opera riassume perfettamente la pazzia nazista».
Infine il parrocco ha voluto spendere due parole sui ragazzi: «Sono stati molti disponibili, aperti all’ascolto. Avevano voglia di stare insieme e di condividere questa esperienza con altri coetanei, dopo l’ultimo brutto periodo a causa del Covid».