«Basta parole per la montagna, servono aiuti concreti» Comuni «alti» in difficoltà, in Piemonte pronti 10 milioni
La chiusura del distributore dei carburanti di Cogne è l’ultimo, probabilmente il più eclatante, di una serie di casi, tutti riconducibili al progressivo abbandono dei servizi in montagna, che nel giro di pochi anni ha privato molte località della Valle d’Aosta di punti di riferimento che si pensava fossero talmente consolidati da neppure ipotizzarne la repentina scomparsa.
La questione a questo punto non è più limitata a dei casi isolati, anzi è la somma di questi casi isolati a creare la percezione di un fenomeno che ben difficilmente potrà trovare una soluzione se resterà confinato alla sola iniziativa privata. D’altronde altri prima di noi si sono confrontati con il problema ed è alquanto strano che proprio la Regione Autonoma Valle d’Aosta, regione interamente di montagna, sia clamorosamente in ritardo - per non scrivere assente - nella ricerca di proposte che una volta attuate possano in qualche modo aiutare le comunità che vivono in quota o nella valli laterali.
Clamoroso è il fatto che dal 1° settembre prossimo, quindi tra dieci giorni, la Regione Piemonte metterà a disposizione ben dieci milioni di euro a favore di coloro che decideranno di investire nei Comuni montani, con contributi individuali che vanno dai dieci ai quarantamila euro. Lo scopo è quello di «contrastare lo spopolamento delle vallate e provare a rivitalizzare i centri più piccoli». Perché clamoroso? Di fatto la Regione Piemonte ha dimostrato per lungo tempo un totale disinteresse per la sua montagna, fatta eccezione per gli impianti di risalita o le Olimpiadi invernali del 2006. Ora di fatto volta pagina, mentre la Valle d’Aosta, fin dagli anni Cinquanta all’avanguardia per mantenere i servizi anche nei luoghi più disagiati - pensiamo alle scuole - sta dimostrando sempre meno attenzione per un problema sociale che si sta ampliando ad una velocità tale che la «macchina Regione» appare del tutto inadeguata, senza idee, senza proposte e senza prospettive.
La chiusura dei distributori di carburante a Cogne e a Valpelline per esempio, oppure il recente problema della mancanza di una rivendita di giornali e riviste a La Thuile o ancora i guai giudiziari - fortunatamente risolti - del sindaco di Valsavarenche Pino Dupont che per rifornire di pane e di generi di prima necessità i residenti usava, giustamente, l’auto del Comune, sono tutti aspetti dello stesso problema, che attendono un progetto chiaro da parte della Regione perché senza l’intervento pubblico non si risolverà nulla.
«La questione del distributore di Cogne, pur essendo privata e commerciale, però fa capire come sia difficile continuare ad offrire i servizi nei Comuni testa di vallata. - commenta il sindaco di Cogne Franco Allera - Sono sempre meno i paesi in queste condizioni che hanno prospettive per il futuro. Per quanto ci riguarda, Cogne è abbastanza grande, abbiamo diversi negozi di generi alimentari e questo garantisce una certa autonomia. E’ comunque vero che a livello regionale la politica tende ad accorpare i servizi nel fondo valle e questo non aiuta certamente le piccole realtà.» Negli scorsi mesi a Cogne l’Amministrazione comunale si è trovata in difficoltà a individuare un gestore per il centro sportivo di Lillaz: «Non abbiamo trovato nessuno, così quest’estate ce ne siamo occupati noi direttamente. In autunno proveremo a rifare il bando» conclude Franco Allera.
Chi ha a che fare ormai da tempo con questo genere di situazioni è appunto Pino Dupont, sindaco di Valsavarenche. «Il distributore di benzina lo abbiamo, il problema è tutto il resto. Un aiuto importante lo sta dando Fréderic Mazzali con il suo negozio emporio a Dégioz, che vende anche generi alimentari. Mentre da maggio del 2020 abbiamo una panetteria a Rovenaud, aperta da Andrea Zambelli.» «Sono anni - ribadisce Pino Dupont - che al di là delle parole per i Comuni “alti” si fa ben poco. Tutti dicono “salviamo la montagna”, poi però si privilegia il fondo valle. Comunque se dicessi che non si è fatto nulla, sarei un bugiardo. La Regione ha sistemato le reti di protezione a Fenille, poi non dimentichiamo i lavori per la variante a Pont e l’intervento della Deval per la linea elettrica alternativa fino a Dégioz. Per noi sono fondamentali le opere sulla viabilità: se la gente sa di poter percorrere le nostre strade in sicurezza, viene su.»
Se quindi l’Amministrazione regionale sta investendo nella sicurezza e nella viabilità, migliorando la percorribilità della strade delle valli laterali, non altrettanto si può dire di un sostegno diretto al mantenimento di servizi, fondamentali per coloro che vivono in montagna e per i tanti che la raggiungono per turismo.
«Anche noi siamo malmessi. - ammette sconsolato Valter Nicase, sindaco di Bionaz - Siamo rimasti per quasi quattro anni senza un negozio di alimentari ed è stata dura. Ora per questo aspetto siamo coperti, abbiamo un piccolo emporio e speriamo che possa resistere a lungo. Ha chiuso invece il distributore di benzina a Valpelline, e ora per noi quello più vicino è a Gignod, con un disagio mica da ridere. Insomma, servirebbe più attenzione per realtà come le nostre. La montagna è fatta anche di queste cose, è necessario incentivare le persone che hanno voglia di rimanerci. Ed è inutile girarci intorno: vendere il pane a 1.600 metri di quota è un servizio per la comunità, non è fare commercio.»
«Il nostro è un paese con pochi residenti che vivono qui tutto l'anno. - dichiara Alice Chanoux, sindaco di Champorcher - Abbiamo comunque un ufficio postale, una farmacia, tre negozi di alimentari, uno dei quali vende anche i giornali, e pure la biblioteca. Il distributore di benzina è a Hône, comunque non è un grosso problema perché molti dei nostri residenti lavorano nel fondo valle.»
Per un po’ di tempo sono rimasti senza giornali e riviste invece gli abitanti di La Thuile. Comune turistico che «in stagione» arriva ad avere migliaia di abitanti, come Cogne d’altronde, e che deve comunque fare i conti con alcune criticità tipiche dei piccoli paesi di montagna. «Ora fortunatamente abbiamo trovato temporaneamente un bar che offre anche il servizio di vendita dei giornali. - spiega il sindaco Mathieu Ferraris - Qualche tempo fa avevamo pure il problema dei locali pubblici: nessuno aperto la sera. Ed era triste non offrire un diversivo e la possibilità di incontrarsi, dopo le ristrettezze del Covid, ai giovani e a chi lavora tutto il giorno. Ora fortunatamente un paio di imprenditori si sono messi in gioco e chi esce la sera non trova più solo serrande chiuse. Però è sempre più difficile trovare persone coraggiose e intraprendenti.»
Se i problemi si verificano a Cogne e a La Thuile cosa può succedere e sta succedendo a Valsavarenche, Rhêmes, Valgrisenche, Saint-Barthélemy, Champdepraz come anche in tanti villaggi che si trovano in vallate molto frequentate che però vedono i loro storici esercizi commerciali chiudere uno dopo l’altro, abbandonando di fatto il presidio del territorio? Sono ormai un ricordo ad esempio i quattro negozi di Saint-Jacques di Ayas e potremmo citarne a decine, con un unico risultato: la crisi del sistema montagna.
A fronte di una situazione analoga, già negli anni Novanta il Regno Unito è intervenuto con una politica coraggiosa nelle zone più svantaggiate del nord, cioè la Scozia e le isole del Mare del Nord. Sono stati uniti gli uffici postali con gli spacci dei paesi: così in un’unica struttura si trovano ora carburante, giornali, alimentari e posta. E’ un’esperienza che funziona molto bene e che garantisce un reddito adeguato a chi li gestisce.
Da parte sua infine la Regione Piemonte ha dato corso con una propria legge alla normativa statale quadro del 1994 per «il riequilibrio insediativo e il recupero dei centri abitati montani». Da mercoledì 1° settembre la legge piemontese entrerà in vigore e per coloro che sono nati dal 1955 in poi sarà possibile accedere ai contributi a fondo perso da diecimila a quarantamila euro per acquistare o ristrutturare una casa in uno dei Comuni della montagna piemontese. L’iniziativa della Regione Piemonte sarà subito seguita in autunno da un’altra misura, destinata ad incentivare la nascita delle «botteghe dei servizi» con specifici contributi per sostenere le attività nei territori montani. E la Valle d’Aosta cosa aspetta?