I ragni, tra leggende e paure: “Se li conosci non li temi”
Agosto e settembre sono mesi durante i quali è possibile incontrare in vari ambienti naturali dei ragni anche di grandi dimensioni - tutto è relativo visto che parliamo di animali il cui corpo raramente supera i 2 centimetri e con le zampe allargate qualcuno in più - all’apice della loro crescita, e verso la fine della loro esistenza che si concluderà con i primi freddi. In particolare si tratta di ragni crociati e di argiopi - per intenderci quelle a strisce gialle e nere sulla schiena - queste ultime arrivate in Valle d’Aosta dalle pianure padane a causa del cambiamento climatico. Sono entrambe specie innocue per gli esseri umani. Per tante persone, comunque, questi incontri sono particolarmente temuti.
La paura dei ragni, scientificamente chiamata aracnofobia, è una delle più diffuse insieme a quella verso i serpenti, con la differenza che questi ultimi, salvo rari casi, è difficile incontrarli mentre i primi sono quasi ovunque, comprese molte abitazioni domestiche, specie se si abita in campagna. Non molti sanno che esiste una branca delle scienze biologiche che li studia, l’aracnologia, e che da ormai diversi anni vi è anche l’aracnofilia - ovvero l’interesse e la passione per i ragni ed il loro allevamento in casa - che accomuna sempre più gente, pur restando un settore di nicchia. Nella nostra regione da tempo Ghigo Rossi - dottore forestale con un dottorato di ricerca in Scienze ambientali ottenuto studiando la biodiversità della flora e della fauna, in particolare di quella locale - è diventato un esperto aracnologo e compie ricerche sul campo delle specie presenti. «Per quanto riguarda questi animali possiamo dire che nell’immaginario collettivo sono tra quelle creature additate come mostruose e pericolose che suscitano di primo acchito una certa repulsione in chiunque li incontri. - spiega Ghigo Rossi - Basta però studiarli con un po’ di attenzione ed entrare nel loro micro-mondo per scoprire che sono degli animali assolutamente affascinanti, e che come tutte le creature viventi hanno il loro posto nel grande puzzle della vita. Le specie pericolose in Italia sono sostanzialmente quattro, delle quali una è presente anche in Valle d’Aosta, e preciso che dicendo pericolose intendo fare riferimento al loro morso che può incidere la pelle umana ed iniettare del veleno neurotossico i cui effetti possono produrre delle reazioni problematiche anche serie. Il mio invito è dunque quello di rivolgersi ad un Centro di primo soccorso nel caso sia avvenuto un incidente del genere. Questo sarà comunque accaduto non perché questi animali ce l’avranno avuta con noi ma sempre come risposta ad una supposta aggressione, e dunque per una questione di sopravvivenza».
«Nel nostro Paese si potrebbero incontrare la Malmignatta e la Segestria fiorentina, che non frequentano le nostre abitazioni, il Ragno Violino che invece può installarsi nelle stesse e il ragno dal sacco giallo, o “Cheiracantium punctorium”, che vive all’aperto spesso su alte erbe dove è installato il suo nido. - entra nel dettaglio Ghigo Rossi - A differenza di altre specie, quest’ultima vive in coppia con il maschio a difesa dello stesso dall’esterno. Qualsiasi minaccia percepita può provocare un attacco da parte di uno di questi ragni. Dal 2008 ad oggi abbiamo alcune, poche, segnalazioni di questa specie anche nella nostra regione, sempre nei versanti più caldi ed esposti a sud. Aggiungo che sarebbe importante ogni volta che ci si sposta in natura essere vestiti in modo adeguato, con calzature adatte, e prestando sempre molta attenzione a dove si posano sia i nostri piedi che le mani, onde evitare di toccare involontariamente non solo dei ragni, ma anche delle vipere, delle vespe o qualsiasi altro essere vivente». «Infine, su questa tematica voglio aggiungere che è stata pubblicata una lista di tutti i ragni presenti in Valle d’Aosta sulla “Revue valdôtaine d'histoire naturelle” a firma di Filippo Bosio e mia, che comprende le oltre 350 specie che abbiamo finora censito» conclude Ghigo Rossi.
I ragni sono animali che, per le loro caratteristiche, hanno sempre stimolato l'immaginario umano, tanto che gli stessi sono divenuti anche simboli di creatività e tessitura del destino, equilibrio tra passato e futuro, e la loro ragnatela rappresenta invece l’ordine cosmico.