Tra gufi e civette, la scultura «osé» lungo il percorso del Mont Fallère

Tra gufi e civette, la scultura «osé» lungo il percorso del Mont Fallère
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Lungo il percorso che da Vetan conduce al Rifugio Mont Fallère, «Tra i rami e dietro i sassi si affacciano piccole creature del bosco: il gufo, le civette, il falco e i leprotti, la marmotta, il picchio, il gallo cedrone, la volpe e l’aquila, per citarne alcuni, mentre tra gli alberi gli gnomi curiosi spiano l’escursionista».

E’ la descrizione delle «sculture del museo a cielo aperto» presente sul sito Internet del Rifugio di proprietà di Siro Viérin, autore delle sculture (un centinaio) ormai note a tutti, sistemate sul sentiero verso il Mont Fallère.

Da qualche giorno a queste opere se ne è aggiunta un’altra: due escursionisti che fanno l’amore, dietro una roccia, nel prato. Un’opera esplicita, che lascia poco spazio all’immaginazione. E che ha sollevato le perplessità di qualche frequentatore del luogo, visto che non sono mancate le segnalazioni giunte alla nostra redazione da parte di chi ha trovato questa «scenetta» poco opportuna, se non addirittura di cattivo gusto, su un percorso frequentato anche dai bambini. Qualcuno ha scritto senza mezzi termini: «Da denuncia».

Naturalmente è di tutt’altro avviso il titolare del Rifugio Mont Fallère, e autore della scultura, Siro Viérin. «Non c’è nulla di volgare in quell’opera. - risponde alquanto infastidito - Due persone non possono abbandonarsi ad effusioni amorose? Cosa c’è di male?».

Però evidentemente qualcuno si è sentito in imbarazzo, magari passando da quelle parti con i bambini... «Ma per favore. Magari parlano quelli che lasciano i loro figli di dieci anni davanti a un computer su Internet tutto il giorno, e non devo spiegarvi io cosa si trova sulla rete. - replica Siro Viérin - Lì si vede davvero di tutto, altro che i due della scultura. Poi ognuno è libero di pensarla come vuole, però io proprio non vedo niente di volgare».

In questi giorni il Rifugio Mont Fallére è preso d’assedio, centinaia di turisti - a volte persino in coda - si dirigono verso la struttura sopra Vetan. «Sì, arrivano anche duecento persone al giorno e tanti salgono fin qui apposta per vedere le sculture del museo a cielo aperto. - conclude Siro Viérin - A me tutti fanno i complimenti, nessuno si è lamentato per quella scultura. Per favore, non solleviamo un polverone per niente».

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