Valsavarenche, le polemiche sulla locandina del civet Andrea Fiou: “Facciamoci una risata e godiamoci la festa”
Si è discusso parecchio - soprattutto sui social - della Fiha di Civet di Valsavarenche, che va in scena oggi, sabato 7 agosto, e che come sempre ripropone ai golosi uno dei must della cucina valdostana, lo spezzatino di camoscio cotto nel vino rosso. Non si è però disquisito della ricetta o della storia di questa sagra - una delle più antiche della Valle d’Aosta - quanto piuttosto della locandina che promuove l’evento. Un immagine particolare, pubblicata pure a pagina 31 de La Vallée Notizie di sabato scorso 31 luglio, che raffigura una ragazza a cavallo di un camoscio.
Apriti cielo. Un pensiero su Facebook di Katya Foletto, dell’associazione Dora - Donne in Valle d’Aosta, e un post sul noto gruppo “Sei di Aosta se” pubblicato da Lorena Magnavacca hanno scatenato il putiferio. Più di duecentocinquanta commenti in poco più di due giorni, per lo più inorriditi sulla scelta pubblicitaria fatta dalla Pro Loco di Valsavarenche e dall’autore della locandina, il grafico Giuliano Morelli. Che sono stati tacciati di essere sessisti, poco attenti al benessere animale e troppo avvezzi a giocare con le lettere e le parole. Perché il termine “fiha”, che nel patois di Valsavarenche (e non solo) significa festa, accostato a una ragazza al centro della scena potrebbe essere travisato.
“Impariamo a ridere un po’”
Andrea Fiou, presidente della Pro Loco di Valsavarenche dalla primavera scorsa, non si aspettava un “debutto” tanto pressante come questo. “Che si potesse discutere della locandina era normale, che creasse questo astio sinceramente non me l’aspettavo. Posso dirvi come è andata. Quando il grafico Giuliano Morelli ha inviato la bozza la segretaria dell’associazione Sara Viola ha detto che le è scappata una risata. E’ particolare, questo è vero, ma il nostro intento è quello di far sorridere la gente, soprattutto dopo questi mesi difficili. Questo è il messaggio che vogliamo veicolare, sia con la locandina che con la sagra. Che altro dire? Purtroppo c’è sempre qualcuno che vede il male dappertutto e che soffre di manie di protagonismo. Noi, sinceramente, vogliamo farci una bella risata, perché non siamo misogini, rispettiamo gli animali e vogliamo che questa sera la Fiha di Civet sia un successo come lo è sempre stato”. Le polemiche del web, in un certo senso, hanno permesso ad Andrea Fiou di staccare un poco da altri problemi. “Tutto questo ha fatto passare in secondo piano una questione che fino a pochi giorni fa era vitale: il Green pass. Apriremo il capannone in modo da creare una sorta di dehors, dove quindi si può cenare senza bisogno di certificazioni. La verità è che nessuno sa dare certezze, in questo momento, sull’applicazione della legge”.
Se Andrea Fiou stempera le polemiche con la sua classica risata Giuliano Morelli, grafico di Villeneuve, non riesce a sorridere dopo questi giorni “travagliati”. “Collaboro con la Pro Loco dal 2015, riprendemmo la prima locandina della Fiha di Civet, negli anni Settanta, disegnata da Franco Balan, e da lì partimmo per una sorta di percorso artistico che è in continua evoluzione. Vorrei però che fossero chiare un po’ di cose: all’accostamento tra la parola “fiha” e la ragazza non ho mai pensato, fare questo accostamento mi sa tanto di cortile di scuola media. La ragazza che cavalca il camoscio è fuori luogo? Ognuno può avere la sua opinione, in un film del regista giapponese Hayao Miyazaki premiato a Berlino c’era una ragazza che cavalcava un lupo e da lì sono partito”. Inoltre la ragazza sulla locandina, strumentalizzata e resa “oggetto” secondo alcuni, è un’invenzione di Giuliano Morelli. “Non esiste questa donna, è una ricostruzione grafica per la quale mi sono ispirato alle foto di David LaChapelle. Apprendo con sommo dispiacere che anche la visione artistica è soggetta a critica e censura: sono stato tacciato di essere razzista, sessista e antianimalista, però ammetto che la lapidazione online non mi interessa un granché. Mi spaventa piuttosto che nella nostra piccola Valle d’Aosta si faccia tutto questo casino per una locandina innocua. Non voglio pensare a cosa sarebbe successo se avessi usato la raffigurazione di un bambino. Mi avrebbero definito pedofilo? A parte la battuta, se di battuta si può parlare, dopo questa esperienza ci penserò due volte prima di utilizzare una qualche immagine che per qualcuno potrebbe essere sensibile”.
In tutto questo oggi, sabato, il Civet torna a Valsavarenche, obiettivamente dopo una campagna pubblicitaria decisamente “sopra le righe”. Il programma prevede due turni di servizio: il primo alle 18.45, il secondo alle 20.15. Il piatto forte della sagra è come ogni anno il “civet” di camoscio accompagnato dalla polenta. Dopo la cena è previsto un intrattenimento musicale. Per partecipare alla manifestazione è obbligatorio prenotarsi sul sito www.visitvalsavarenche.com o telefonare al numero 0165 905505.