Arte e antiche sementi, le opere di Chicco Margaroli protagoniste di suggestive installazioni in Sicilia

Arte e antiche sementi, le opere di Chicco Margaroli protagoniste di suggestive installazioni in Sicilia
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L’artista aostana Chicco Margaroli è tra i protagonisti di “Born in Italy - Travel and Joy”. Si tratta di un ambizioso progetto culturale realizzato da M’AMA.ART e Icons Productions in collaborazione con Sistema Museale Iblei e Museo dell’Anima, con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico. Artisti di fama internazionale sono chiamati a confrontarsi sul valore del recupero delle antiche tradizioni e dell’artigianato rileggendo il passato con i linguaggi del presente, dall’analogico al digitale fino alla realtà aumentata.

“Born in Italy - Travel and Joy” ha preso il via nel siracusano giovedì 5 agosto a Noto, con il vernissage dell’omonima mostra nell’ex caserma Cassonello e nel Parco dell’Anima, e ieri, venerdì 6, a Palazzolo Acreide, con l’inaugurazione del Museo dell’Anima. A Noto viene proposto un parallelismo tra opere contemporanee e tradizione artigianale, artisti di oggi che si cimentano in tecnologie mutuate da antiche artigianalità, come il ricamo e la ceramica, il tessuto e il ferro. «In questa occasione - riferisce Chicco Margaroli - ho presentato vestiti sostenibili, con applicazioni di tessere in bioresina, e materiali organici».

Invece al Parco dell’Anima, dove è presente il “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto con un taglio di grano, Chicco Margaroli ha preparato una nuova opera con lamina d’oro, intitolata Linfa, «Lavorando direttamente su tronco e radici di un ulivo di 200 anni, abbattuto in una tempesta, e sviluppando il tema delle radici come casa».

A Palazzolo Acreide, nelle stanze barocche del Museo dell’Anima, «Il mio lavoro - precisa Chicco Margaroli - va a sostenere e avvalorare il progetto di una nuova legge, sostenuto dal consorzio Avasim, che tuteli legalmente il “made in Italy” della biodiversità, dalle antiche semenze alle erbe aromatiche del mediterraneo. Per l’installazione ho potuto presentare, oltre al grano russello siciliano, foglie di ulivo, anche semi antichi valdostani recuperati e messi a coltura dall’Institut Agricole Régional, come il triticum monococcum, ritrovato all’Area megalitica di Aosta e il mais “Arnad”. Una piccola serra-rifugio proteggerà inoltre la semina vitale dello stesso, di frumento e segale che germoglieranno e cresceranno nei mesi di esposizione».

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