La Maison du Braconnier: a Barmasc sapori del territorio per tutto l’anno
Aperto tutto l’anno pur essendo a 1.900 metri di quota, in località Barmasc sopra al maneggio e poco distante dalle piste da sci di Antagnod, La Maison du Braconnier di Michela Favre e del fratello Richard si distingue dagli altri locali simili proponendo un menu alla carta, invece che fisso, e variando l’offerta, che va oltre i piatti strettamente tipici, anche a seconda della stagionalità. L’ispirazione per il nome è venuta dalla passione del papà tuttora cacciatore, Eugenio Favre, che ha costruito, insieme ai figli, la baita su un terreno di famiglia. I lavori sono durati circa 4 anni e l’inaugurazione è avvenuta nel febbraio 2010. Il bar ristorante è su 2 piani, può ospitare fino a 120 coperti e ha un ampio giardino con vista sul Monte Zerbion e la catena del Rosa. E’ a conduzione familiare: Michela ai fornelli, Richard in sala, aiutati dalla figlia di Michela, la ventitreenne Chiara Thiebat. La cucina è casalinga, basata sui sapori del territorio. «Tendiamo a fare tutto in casa, dai maltagliati agli gnocchi, ai dolci, con materie prime genuine e, quando possibile, a chilometro zero, come nel caso della Fontina dell’alpeggio Vercellin di Mascognaz e dei prodotti caseari della Fromagerie Haut Val d’Ayas, delle patate di Samuele Becquet, che coprono il fabbisogno del locale quasi per intero, e delle mocette, del lardo, dei sanguinacci e dei salami della Maison Bertolin di Arnad. - spiega Michela Favre - La carne che utilizziamo è perlopiù fassone piemontese, mentre acquistiamo quella di cinghiale a La Kiuva di Arnad, dove si macellano animali cacciati in Valle d’Aosta. Le farine per la polenta sono di 2 tipi, entrambe macinate a pietra: una del mulino di Piova di Castellamonte, meno grezza, l’altra del mulino Ottino di Biella».
Il piatto più originale della Maison, nel menu autunnale fin dall’inizio, è la crespella con farina di castagne e sanguinacci nel ripieno, chiamata, in onore del luogo, La Barmaschese; quello che va per la maggiore sono gli gnocchi con fonduta preparata in casa. La stessa che accompagna la mocetta presente negli antipasti, insieme al lardo con castagne caramellate al miele, al prosciutto crudo di Saint-Marcel o di Bertolin con frittelle di mele di Saint-Pierre e all’assiette di formaggi misti con salumi. Il secondo più gettonato è il civet di cervo o capriolo, in base al periodo. Altri piatti, quali fonduta con crostini, raclette, bourguignonne e chinoise, sono disponibili su prenotazione.
Tra i dolci della casa, il bunet piemontese rivisitato senza liquore, il budino di pane, uvetta, mele e caramello, lo strudel, la panna cotta e la crostata. I vini sono per la maggior parte acquistati in Valle - Institut Agricole Régional, Crotte de Vegneron, Maison Anselmet, Caves Coopératives de Donnas, Le Clocher, Grosjean Vins e Cave des Onze Communes -, così come le birre, la Bière d’Ayas a chilometro zero e Les Bières de Montagne prodotte con acqua di Cervinia.