Al lavoro quattro nuovi esaminatori, le autoscuole valdostane tirano finalmente un sospiro di sollievo
Dal 1° luglio scorso sono operativi in Valle d’Aosta quattro nuovi esaminatori della Motorizzazione Civile. Manna dal cielo per un servizio che da qualche anno a questa parte era ridotto davvero ai minimi termini e che ultimamente aveva operato con un solo addetto, Ivan Druscovich. Ne sanno qualcosa i titolari delle autoscuole valdostane, che hanno accolto con un sospiro di sollievo l’ingresso in organico dei nuovi assunti, tramite concorso, dall’Amministrazione regionale, che ormai da qualche tempo gestisce - tramite il Dipartimento Trasporti - la Motorizzazione.
Problema risolto? Fino a un certo punto, ammette Enrico Maule, titolare dell’autoscuola Major e referente del Consorzio Autoscuole Riunite che ingloba le quattro realtà del settore che operano in Alta Valle e nella zona di Aosta. “Il disservizio è stato enorme e in queste ultime settimane abbiamo iniziato a smaltire le lunghe lista di attesa che si erano create. Solo per quanto riguarda la mia società, la Major, ho addirittura centosessanta persone che scalpitano per fare l’esame della patente. Avere personale della Motorizzazione in più è sicuramente importante, resta il fatto che noi avevamo segnalato alla Regione questa criticità già nel 2016 e solo ora è stata sanata”.
C’è però un’altra questione, forse passata in secondo piano, che i gestori di autoscuole adesso sollevano. “I quattro nuovi esaminatori sono abilitati solo per le patenti B, quelle delle autovetture”, continua Enrico Maule. Di fatto per le motociclette (patenti A), gli autocarri e camion (patenti C), gli autobus (patenti D) e i rimorchi (patenti E) l’unica persona che è in grado di fare esami rimane il “veterano” Ivan Druscovich.
Gli effetti collaterali della pandemia
Messa da parte la questione degli esaminatori, il comparto delle autoscuole fa i conti con i danni che la pandemia - inevitabilmente - ha causato. Nell’ultimo anno e mezzo, obiettivamente, il lavoro è stato più difficile e complicato. Enrico Maule conferma che nella sua autoscuola - la Major di Aosta - le perdite del fatturato sono state del 30 per cento. “La nostra non è una lamentela, ci sono altri settori che hanno pagato un prezzo più salato per la pandemia. - continua Enrico Maule - Però obiettivamente anche noi dobbiamo fare i conti con la crisi, sanitaria ed economica”.
“Siamo stati uno dei settori che hanno patito meno. - dice invece Giuseppe D’Agosto, che gestisce l’Autoscuola Valdostana di Pont-Saint-Martin aperta nel 1974 dal padre Carmine - Fatta eccezione per la primavera del 2020, quella del primo lockdown, abbiamo sempre potuto lavorare, chiaramente facendo le dovute attenzioni. Il problema sono stati gli esami, sospesi mentre la Valle d’Aosta era in zona rossa: per un bel po’ di tempo i ragazzi che abbiamo preparato non potevano terminare il loro percorso”.
Enrico Canale dell’Autoscuola Des Alpes di Châtillon conferma le impressioni di Enrico Maule. “Come tutti abbiamo pagato lo scotto di questo momento difficile. Insieme a mio fratello Daniele abbiamo calcolato una perdita nel fatturato, speriamo però che la situazione sanitaria migliori e si possa continuare a lavorare”.
Le autoscuole, inoltre, dal 1° gennaio del 2019 devono pure fare i conti con clienti “arrabbiati” che contestano i prezzi maggiorati per il conseguimento delle patenti B. “Non è certo una scelta nostra. - conclude Enrico Maule - Da due anni e mezzo i corsi per le patenti per auto sono soggetti al pagamento dell’Iva, peraltro nella sua aliquota maggiore, quella del 22 per cento. Prima non si pagavano imposte, come si continua a fare per i permessi C, D ed E. La scelta dello Stato non ha portato a cali particolari del mercato: più che altro dobbiamo spiegare ai nostri clienti che il rincaro non è una nostra scelta, ma un’imposizione che è arrivata dall’alto”.