No vax, la protesta “invade” il centro
Per gli organizzatori i partecipanti alla manifestazione contro il Green pass di sabato scorso, 24 luglio, ad Aosta sono stati 2.500 o addirittura 5.000, contro le 500 persone stimate dalle Forze dell'Ordine. I manifestanti si sono trovati semi-nascosti dal padiglione della Mostra concorso in piazza Chanoux e si sono quindi spostati prima in piazza Arco d'Augusto e poi sono tornati in piazza Chanoux, proseguendo verso piazza della Repubblica, per concludere la manifestazione in piazza Deffeyes, davanti ad un Palazzo della Regione vuoto.
La manifestazione aostana fa parte di quelle create dall'organizzazione tedesca "World wide demonstration", tramite l'utilizzo di gruppi privati dell'app "Telegram", che in altre 80 città italiane contesta da tempo le disposizioni di legge «Contro il passaporto schiavitù», «Contro gli obblighi vaccinali», «Contro la truffa Covid» e «Contro la dittatura instaurata».
A guidare la protesta aostana c'erano buona parte degli esponenti delle associazioni no-vax, a partire dal falegname-sciamano Luca Vesan, presidente del Comitato valdostano per le libertà costituzionali. Esibendo un cartone con la scritta «Green pacc», Luca Vesan ha guidato il gruppo nel centro storico suonando un bongo. Il corteo dei manifestanti si è snodato fra i dehors del centro e i molti turisti del sabato pomeriggio che si sono fatti da parte, per quanto possibile, per lasciar passare la manifestazione. Insieme a Luca Vesan erano presenti anche esponenti del "Comitato 5G Valle d'Aosta", tra cui Fabio Turco e Mauro Salmin. Quest'ultimo ha paragonato il Green pass alle leggi razziali del ventennio fascista: «C'è stata precedentemente una "tessera", come la chiamava mio nonno, di un certo colore senza la quale non si poteva andare in giro, non si poteva entrare in alcuni luoghi e non potevi fare la spesa. Stiamo tornando a quel periodo?».
I parallelismi tra le normative anti-Covid e le discriminazioni contro gli ebrei sono stati molto frequenti in tutte le manifestazioni italiane di sabato 24 luglio, diverse delle quali hanno visto la partecipazione di esponenti di movimenti dell'estrema destra. Anche ad Aosta sono comparsi cartelli con scritte con caratteri littoriani, copiando gli slogan delle manifestazioni francesi, dato che nel Paese oltralpe l’imposizione del Green pass è più rigorosa rispetto all'Italia. Tra gli slogan si leggeva «Tu ubbidisci perché finisca... ma è perché ubbidisci che non finirà mai» e anche citazioni dallo scrittore ed ex deportato Primo Levi come «Non iniziò con le camere a gas... Iniziò con i politici che dividevano le persone tra "noi" e "loro"», fino ad arrivare a «Se hai bisogno di un pass per essere libero non lo sei!».
«Questi sono gesti in cui il cattivo gusto si incrocia con l'ignoranza - ha dichiarato, in merito, la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah e cittadina onoraria di Aosta - siccome spero di non essere né ignorante né di avere cattivo gusto, non riesco a prendermela più di tanto. È un tale tempo di ignoranza, di violenza, neanche più repressa, che è diventato maturo per queste distorsioni. È una scuola che è stata recepita in cui i bulli sono i più forti. Voglio in ogni caso sperare che quei manifestanti rappresentino una minoranza. Se uno vuole vedere il complottismo ovunque resti a casa, da solo. Non giri per le strade, non vada nel mondo, non danneggi gli altri».
Le Forze dell'Ordine intervenute sul posto, prima in piazza Chanoux e poi attorno ai manifestanti, hanno cercato di limitare il debordare della manifestazione, ma non è escluso che, come sta accadendo anche in altre città e come avvenuto in manifestazioni precedenti ad Aosta, il Questore possa decidere di denunciare gli organizzatori della manifestazione abusiva.