Core Informatica, è polemica tra sindacati sull’accordo Manca la firma della Fiom Cgil
Core Informatica, ora NetCom Group, e organizzazioni sindacali hanno raggiunto un accordo sottoscritto lunedì scorso, 19 luglio, esito della trattativa tra Cisl Metalmeccanici Valle d’Aosta e Uilm-Uil del Canavese e il responsabile delle risorse umane dell’azienda del settore dei servizi informatici, che conta circa 700 dipendenti, 150 dei quali nella sede operativa di Pont-Saint-Martin. L’intesa, innescata rispetto ad una presenza nell’unità valdostana di lavoratori interinali pari ad oltre la metà dei contratti a tempo indeterminato, prevede la stabilizzazione di 18 dipendenti, nella misura di 6 per ogni anno, fino al dicembre 2023. Si verificherà così l’inversione della percentuale del numero degli occupati fissi rispetto a quelli a tempo determinato, con la concessione dei buoni pasto a tutti i dipendenti. L’intesa prevede pure la formalizzazione dell’impegno, da parte dell’azienda, «Ad instaurare nuovi e più costruttivi rapporti con i lavoratori e con le organizzazioni sindacali».
La Fiom Cgil della Valle d'Aosta non è «stata invitata al tavolo» della trattativa con l'ex Core Informatica di Pont-Saint-Martin, oggi NetCom Group, al quale lunedì la Fim Cisl VdA e la Uilm Uil del Canavese hanno sottoscritto un accordo con l'azienda per la stabilizzazione dei precari. «Avremmo continuato seguendo la nostra linea. - dice Fabrizio Graziola, segretario regionale della Fiom - Non firmiamo accordi dove non si stabilizzano i precari. Un'azienda di quasi 150 dipendenti che abbia solo una cinquantina di dipendenti a tempo indeterminato e tutti gli altri in somministrazione fa già capire quale sia la “filosofia” dell'azienda. E alla Fiom interessa unicamente che ci sia lavoro sicuro per tutti».
La Fiom denuncia la presenza di lavoratori interinali «che lavorano alla Core Informatica da quasi dieci anni. Alle richieste di stabilizzazione, sono arrivati sempre rifiuti. L'azienda non pare intenzionata a cambiare rotta. La logica è sempre stata quella di tenere conto delle prerogative del mercato e non dell'aspetto umano» aggiunge il segretario dei metalmeccanici della Cgil. Che ricorda come alcuni «Lavoratori sono arrivati al punto di rifiutare un passaggio del contratto a tempo indeterminato perché il “clima” nell'azienda non è dei migliori».