E’ iniziata l’avventura a cinque cerchi di Eleonora Marchiando Ieri la partenza da Roma, la gara sabato 31 luglio alle 2 del mattino
Questo giornale è entrato da poco nelle edicole della Valle d’Aosta, alle prime ore di questo sabato 24 luglio 2021, quando Eleonora Marchiando sta scendendo le scalette di un aereo che l’ha portata dall’aeroporto di Fiumicino a Roma a quello di Tokyo. In Giappone è passato da poco mezzogiorno, in Italia non sono neanche le 6 del mattino. Eleonora Marchiando è volata dall’altra parte del mondo per un’Olimpiade che un anno fa non poteva nemmeno pensare di sognare.
Dopo un anno di stop per infortunio e la pandemia l’idea di qualificarsi per i Giochi era una chimera. Eleonora, invece, ha avuto ragione di tutto e di tutti: dietro a quel viso da brava ragazza si cela un’atleta capace di mettere a ferro e fuoco l’atletica italiana, una donna - 24 anni il 27 settembre prossimo - che ha avuto ragione dei critici e di chi per lei ipotizzava al massimo un ruolo da comprimaria.
Senza perdere quel sorriso sbarazzino che da sempre la contraddistingue ha messo tutti d’accordo e alle 2 del mattino di sabato prossimo, 31 luglio, affronterà la batteria dei 400 ostacoli sulla pista dello stadio Olimpico di Tokyo. Preparate le caffettiere e le sveglie, perché un appuntamento del genere non va perso per niente al mondo.
La storia passa da Tokyo
Tokyo evoca brutti ricordi all’allenatore di Eleonora Marchiando, quell’Eddy Ottoz quarto nei 110 ostacoli dei Giochi del 1964. Tokyo è ancora un sogno per la Marchiando, che dopo un anno da protagonista vorrebbe coronare questo 2021 con un risultato a sorpresa. L’idea? Arrivare in semifinale, anche se non sarà facile. La portacolori della Calvesi parte con il 26esimo tempo tra le qualificate, non necessariamente tra le favorite per entrare tra le 16 che andranno a disputarsi il secondo turno della gara sul giro con barriere.
Dettagli. Neanche agli Italiani di Rovereto - storia di appena qualche settimana fa - Eleonora Marchiando era la favorita. E questo nonostante fosse l’atleta più in forma della squadra nazionale. Nessuno ha dato troppo peso a questa eterna ragazzina con il sorriso sempre stampato sulle labbra, capace però di diventare un’autentica furia una volta messo piede sul blocco di partenza. Il record personale fatto registrare ai Tricolori - 55”16 - che è valso un biglietto per Tokyo non ha solo frantumato la concorrenza: soprattutto ha fatto comprendere a tutti che Eleonora Marchiando, di limiti, non ne ha.
All’inizio della stagione era un’incognita, una seconda scelta (o quasi) messa in pista agli Europei indoor per colmare qualche lacuna di una squadra che già guardava ai più importanti appuntamenti della stagione. Nello spazio di qualche mese si è trasformata in una piccola Dea dell’atletica leggera, la ragazza senza la divisa di un corpo militare capace di mettere a nudo i limiti della concorrenza. E lo fa senza dimenticare il sorriso, compagno di avventure sempre e comunque. Perché l’educazione, per Eleonora Marchiando, conta parecchio. Senza quella non sarebbe l’atleta - o meglio, la persona - che è: disponibile, allegra e gioviale alla bisogna, capace però di trasformarsi in un animale da gara quando indossa il pettorale.
Le lacrime del 2015
Sembra passato un secolo dalla lacrime che Eleonora versò alla fine dell’estate del 2015 durante una premiazione della Calvesi. Una festa organizzata al Tesolin dalla presidente Liana Calvesi soprattutto per Catherine Bertone e Marco Lingua, la prima reduce dal terzo posto nei Mondiali di lunghe distanze di corsa in montagna a Zermatt, il secondo dal minimo per le Olimpiadi del lancio del martello. Al tavolo pure una giovanissima Eleonora Marchiando, che in quella stessa stagione aveva sfiorato la medaglia agli Europei Juniores. Al termine della cerimonia, infilata a forza dai giornalisti nel gruppo con Bertone e Lingua per le foto di rito, alla giovane Marchiando spuntarono i lacrimoni sotto agli occhi. Fu una bella scena, perché erano lacrime sincere e non di circostanza , perché quel pianto non era liberatorio ma un modo per prendere coscienza di sé in un contesto nuovo e affascinante. Quello dei campioni.
Viste 6 anni più tardi quelle lacrime fatto un altro effetto, verrebbe quasi da dire che hanno un altro sapore. Durante quella premiazione Eleonora Marchiando era stata - frettolosamente, viene da pensare - scaraventata nel mondo dei grandi, un contesto dove ci si può fare male facilmente e nel quale la famiglia non ti può aiutare. Lei ha preferito andare del suo passo, metterci un po’ di più, raggiungere un obiettivo alla volta: nel 2020 era sparita dai radar, nel 2021 - complice la scelta di spostarsi a Rieti - ha ridisegnato la sua carriera. “Voglio provare a scendere sotto il muro dei 55””, ha detto prima di partire per il Giappone. Una mezza bestemmia solo qualche mese fa, adesso invece quell’obiettivo non è neppure un miraggio. Eleonora Marchiando - che è diventata grande, ma ha sempre il viso e il sorriso di una ragazzina - vola in Giappone senza porsi obiettivi.
L’unica “macchia” è che quelli che si sono aperti ieri pomeriggio saranno Giochi diversi dagli altri: tamponi ogni giorno, niente pubblico, nessuna possibilità di andare a vedere altri sport nel tempo libero. Per la cronaca Eleonora avrebbe scelto basket e nuoto, ma dovrà accontentarsi di aspettare notizie al villaggio olimpico. Soprattutto niente famiglie al seguito, con buona pace di papà Piero che per sarebbe andato in Giappone pure a nuoto e invece dovrà restarsene a casa. Pazienza, resta la televisione. Appuntamento con la storia alle 2 del mattino di sabato prossimo 31 luglio, l’alzataccia per vedere Eleonora Marchiando vale il prezzo di una notte insonne.