Gressoney, nuovo allestimento per Castel Savoia Cambia il percorso di visita dopo 3 anni di lavori
«Hic manebimus optime». E’ forse questa la frase della Regina Margherita che più comunica la sua volontà di scegliere Castel Savoia a Gressoney-Saint-Jean come proprio ritiro incantato prediletto almeno per un mese all’anno, inaugurato nel 1904 (il cantiere aveva avviato i lavori nel 1899). Tutto nella residenza richiama la Regina e la sua passione per la montagna, dalla Galleria con vista sul Monte Rosa, al giardino volutamente lasciato con la flora montana, senza essere snaturato dall’intervento umano, ai numerosi tocchi femminili nelle stanze, dalle margherite dipinte o scolpite ai motti di Casa Savoia, alle note di modernità, dal telefono all’acqua corrente, al trasporto elettrificato di cibi e bevande dalla cucina alla sala da pranzo. Ora, dopo tre anni di lavori di ristrutturazione (a cura della ditta Acme04 di San Giuliano Terme) per conservare il bene e migliorarne la fruizione, a partire da approfonditi studi archivistici, il Castello riapre al pubblico con un nuovo percorso di visita e una mostra fotografica più ampia al piano superiore.
Alla presentazione ufficiale di sabato scorso, 17 luglio, sono intervenuti l’assessore regionale al Turismo e ai Beni culturali Jean-Pierre Guichardaz, Mattia Alliod sindaco di Gressoney-Saint-Jean, Cristina De La Pierre sovrintendente per i Beni e le Attività culturali, Viviana Vallet dirigente della Struttura Patrimonio storico artistico e Francesca Filippi, che ha progettato il riallestimento ed è autrice del volume «Castel Savoia a Gressoney-Saint-Jean, il ritiro incantato della Regina Margherita» sulla nascita del castello e sulla sua riedificazione.
Mattia Alliod ha sottolineato il valore strategico del sito nell’offerta turistica locale, tanto che il Comune ha accordato un prestito decennale per alcuni arredi che erano a Villa Margherita, attuale municipio e antica dimora della nobile famiglia Beck Peccoz, che ospitò per diversi anni la Regina e che ha donato al castello un pianoforte. Altri mobili sono stati recuperati dal castello di Sarre, residenza del marito Umberto, in base all’analisi di foto storiche.
Anche l’assessore Jean- Pierre Guichardaz, dopo aver ringraziato la squadra che da anni sta seguendo il progetto, ha ricordato la forza trainante della cultura per rendere la Valle d’Aosta un marchio prestigioso e attrattivo dal punto di vista del marketing turistico e commerciale. «Il Covid è un po’ il convitato di pietra» ha commentato l’Assessore, «Però stiamo lavorando affinché, anche attraverso i beni culturali, questo elemento di disturbo diventi solo un ricordo. La cultura è un traino importante per il turismo».
«Le bellezze montane avvicinavano la Regina al divino» ha aggiunto Cristina De La Pierre. «Il castello, uno dei più recenti in Valle d’Aosta, ha favorito lo sviluppo del turismo montano nella Valle del Lys e la realizzazione di opere pubbliche, in primis la strada da Pont-Saint-Martin a Gressoney, nel 1894. Margherita ha promosso la costruzione di architetture importanti anche in paese e ha fortemente voluto l’apertura della prima farmacia, tanto da attrarre la benevolenza della popolazione, che era solita accoglierla con archi fioriti e festeggiamenti. Lei, d’altra parte, spesso indossava l’abito tradizionale gressonaro ed era attratta dalle peculiarità territoriali e dalla lingua locale. L’edificazione del castello ha coinvolto, inoltre, maestranze del luogo - la falegnameria Lateltin per lo scalone interno elicoidale a doppia rampa, la ditta Billotti e Busca per la strada dalla regionale alla torre d’ingresso -, oltre a celebri artisti piemontesi - il pittore Carlo Cussetti per le decorazioni dei soffitti, gli scultori Michele Dellera e Cesare Reduzzi, Giuseppe Pasquina per i tessuti in broccato di velluto -, che hanno unito artigianalità e arte, favorendo la crescita economica locale, a partire dall’acquisto dei terreni».
Tra le novità del nuovo percorso di visita, il ripristino dell’ingresso normalmente utilizzato dalla Regina, che conduce all’atrio del piano terra, dominato dallo scalone monumentale, e il suo grande ritratto realizzato da Giuseppe Bertini nel 1890, collocato all’ingresso come se Margherita accogliesse i visitatori. Al primo piano alcuni elementi d’arredo originali, suppellettili e tessuti, riprodotti su modello degli antichi ormai perduti, contribuiscono a restituire l’atmosfera originaria. E’ stato riprodotto in copia perfino un cappello della Regina, che è esposto nella sua stanza da letto, e che ha potuto realizzare solo una cappelleria di Roma che aveva ancora un modello con la forma adatta. Alcune fotografie della costruzione del castello e della «Regina alpinista», recuperate negli archivi della famiglia Guindani di Gressoney e della fondazione Sella di Biella, sono protagoniste della sezione iconografica che caratterizza due sale del piano nobile, dove si trovavano gli ambienti privati. Mercoledì 25 agosto avranno luogo visite teatralizzate per immaginare di essere «A pranzo con la regina», a cura di Teatro di Aosta con Nina Maugeri e Livio Viano (narrazione) e Sandro Balmas (musica). Prenotazione obbligatoria, a partire dal giovedì precedente l’evento, telefonando al numero 348 3976575 (dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13).