Turismo, l’estate proprio non decolla Meteo e incertezza Covid le cause

Turismo, l’estate proprio non decolla Meteo e incertezza Covid le cause
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La partenza della stagione turistica è ben al di sotto delle aspettative, con numeri in forte calo rispetto all’estate 2020, che aveva registrato un boom delle presenze in montagna. L’unico dato positivo è che iniziano timidamente a tornare gli stranieri (in minima parte rispetto ai trend soliti), che però non compensano la mancanza degli italiani, che quest’anno si stanno orientando di più verso il mare o l’estero. Inoltre, l’alluvione in Germania, Belgio e Paesi Bassi nelle ultime ore sta causando alcune disdette. In effetti uno dei problemi del 2021, oltre all’instabilità determinata dalla pandemia, è l’incertezza del meteo, che non sta di certo aiutando.

Lo conferma Filippo Gérard, presidente dell’Adava, l’associazione che raduna gli operatori della ricettività turistica: «Le basse temperature e il maltempo ci fanno perdere ogni settimana il 10 per cento di fatturato. Non si possono utilizzare i tavoli all’aperto, gli ospiti non hanno voglia di stare al chiuso e men che meno nelle spa e, se non riescono a fare le gite, accorciano il soggiorno. L’anno scorso, dopo il lockdown nazionale, c’era tanta voglia di uscire. Quest’anno il film è molto diverso, non si vede l’auspicato assalto alla montagna. Giugno si chiuderà con un segno più rispetto al 2020, solo perché ci è stata data la possibilità di aprire prima. Il fatturato, tuttavia, non equivale all’utile. Aspettiamo la vera partenza della stagione e in molte località ci sono ancora camere libere. Anche le case vacanza, se arrivano disdette, rischiano di restare vuote, perché vi è una minore richiesta rispetto all’estate scorsa. Tra le altre difficoltà, la possibilità che ripartano i licenziamenti e la campagna vaccinale che, se da un lato, ci aiuta, dall’altro condiziona il programma vacanze degli italiani».

L’andamento lento è un po’ il leit motiv in tutte le vallate, come confermano i delegati Adava sul territorio.

Se in Val d’Ayas giugno era iniziato bene, ora le prenotazioni vanno a singhiozzo e si naviga a vista. «Vi è richiesta nei fine settimana, sempre all’ultimo momento e per periodi brevi» dichiara Elena Becquet che gestisce il Residence Le Chalet di Antagnod. «Per essere a metà luglio, l’occupazione delle camere è scarsa e gli stranieri sono pochi, presenti nei rifugi in alta quota, meno in quelli di media quota, che hanno perso anche i gruppi Cai, che di solito prenotavano entro marzo. Per gli hotel la flessione rispetto all’estate 2020 arriva al 15 per cento a giugno e sarà più marcata a luglio. Le prenotazioni per agosto ci sono, però si tratta di capire se si concretizzeranno: avendo politiche di cancellazione flessibili, gli albergatori hanno meno certezze. Vi è inoltre già lo spettro della stagione sciistica: un altro inverno con il 90 per cento di hotel chiusi non lo regge più nessuno. I tour operator esteri non hanno ancora concluso i contratti per l’inverno, chiedono più garanzie per tamponi e apertura im-pianti».

Courmayeur condivide con Ayas lo stesso timore per la stagione dello sci: «Se tornano le zone rosse, l’autunno sarà una débacle», dichiara Alessio Berthod, proprietario di Hotel Berthod. «Rispetto all’estate scorsa si registra un calo, solo giugno è andato meglio quest’anno, anche se non con numeri elevati. Speriamo si confermi la tendenza in atto di prenotare all’ultimo e che si lavori bene da ora fino almeno al 20 agosto, con l’auspicio che a fine estate arrivino gli stranieri, anche da oltre oceano, per il giro del Monte Bianco».

Pure a Cogne si nota la mancanza degli stranieri. «E’ un turismo di ultra settantenni, mancano le famiglie» precisa Ivo Charrère, titolare del Residence Au Vieux Grenier. «Speriamo nel tutto esaurito dal 25 luglio fino a tutto agosto. A differenza dell’anno scorso, per ora abbiamo lavorato solo nei fine settimana. Il fatto che la Valle d’Aosta sia rimasta gialla a lungo ha inciso negativamente».

La situazione è difficile da inquadrare a Saint-Rhémy-en-Bosses. «Le prenotazioni cominciano a esserci, però abbiamo già perso un mese e mezzo e tante sono anche le disdette» lamenta Gioia Brunod, titolare Hotel Italia al colle del Gran San Bernardo. «La stagione 2021 è sicuramente peggiore dell’anno scorso, pur essendo iniziata prima. Anche la Valle del Gran San Bernardo e la Valpelline hanno scarse prenotazioni. Speriamo che chi ha prenotato per fine luglio e agosto confermi e non vi sia il contraccolpo delle notizie relative all’aumento di contagi. Noi siamo un luogo di passaggio, però quest’anno mancano anche gli stranieri che transitano per andare al mare».

Nonostante il meteo non favorevole, restano buona le presenze straniere in Valsavarenche. Come afferma Alberto Gianni, titolare dell’Hostellerie du Paradis a Eaux Rousses, «Il nostro territorio è la più antica area protetta d’Europa e da sempre attira gli stranieri per le sue peculiarità. Anche se la media è in ribasso, gli stranieri rispondono e i francesi per esempio si spostano anche con il maltempo. L’alta via è sempre un richiamo, come dimostra il Tor des Géants. La materia prima l’abbiamo, il resto dipende da noi operatori che dobbiamo essere professionali 24 ore su 24».

A Breuil Cervinia la situazione non è rosea per il calo degli stranieri, tranne qualche francese e turista di prossimità. «Gli elementi esterni non stanno aiutando, dalla pandemia al meteo. I primi due fine settimana di apertura promettevano meglio rispetto a quello che poi è seguito. A preoccupare è soprattutto il periodo dall’autunno in poi, vorremmo regole certe da subito per rassicurare chi ci chiama per le prenotazioni invernali» dichiara Monica Meynet, titolare dell’Hotel Mignon.

La sensazione di Mirco Pellissier di Case vacanze Gran Paradiso, a Rhêmes-Notre-Dame, è che gli italiani abbiano preferito il mare alla montagna: «La stagione non è partita molto bene. Sull’occupazione attuale e sulle mancate prenotazioni ha inciso molto il meteo con temperature al di sotto media stagionale. L’andamento da ora ad agosto non è male, però mi preoccupa il fatto che stia risalendo l’indice Rt nazionale da 0,6 a 0,9».

Pur soddisfatti di essere ripartiti da metà giugno, a Gressoney-La-Trinité il maltempo ha raffreddato le prenotazioni. Tuttavia Daniele Valverde, titolare dell’Hotel Ellex a Tschaval, è contento che si siano riaffacciati i turisti stranieri, perlopiù alpinisti, che l’anno scorso non c’erano stati e che, «A differenza degli italiani che si concentrano nei fine settimana, arrivano anche in settimana. Speriamo di arrivare al tutto esaurito in agosto».

Luglio con alti e bassi a La Thuile, dove gli eventi hanno portato un po’ di movimento, però manca il passaggio di francesi dal Piccolo San Bernardo. «La situazione pandemica dà instabilità al sistema turistico. Le temperature fredde e il tempo incerto hanno inferto un ulteriore colpo» conclude Glauco Falzone, direttore dell’ Hotel Re delle Alpi.

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