Paolo Comune, direttore del Soccorso alpino valdostano: «Un incidente del genere poteva capitare a tanti»

Paolo Comune, direttore del Soccorso alpino valdostano: «Un incidente del genere poteva capitare a tanti»
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L’ago della bilancia in alta montagna è sempre il meteo. Nel caso dell’incidente nel quale sabato scorso hanno perso la vita Martina Svilpo e Paola Viscardi nei pressi della Piramide Vincent, a 4.215 metri di quota sul Monte Rosa, doveva esserci una migliore valutazione delle tempistiche rispetto al meteo. Certo con il senno di poi è facile parlare di errori e di ciò che avrebbe dovuto essere. Scendere di quota, togliendosi dalla bufera di vento e dal pericolo, sarebbe stato preferibile, però in caso di nebbia, con conseguente perdita dell’orientamento, il consiglio delle guide alpine è sempre quello di fermarsi nel punto in cui ci si trova a meno che il restare fermi non diventi un problema per l’ipotermia. Di certo, anche nell’abbigliamento, bisogna sempre prevedere l’imprevisto o il cambio repentino del tempo. Questo è in sintesi il pensiero di Paolo Comune (foto), direttore del Soccorso alpino valdostano, che inizialmente aveva ricevuto un’indicazione generica sul luogo in cui sabato scorso i ragazzi erano stati sorpresi dalla nebbia: «Dalle 14.30 abbiamo attivato una squadra, però alle 19.15 ci stavamo per fermare perché, nel punto che ci era stato indicato, non vi era nessuno. Erano a circa 600 metri, sotto un’altra montagna, vicina però diversa da quella segnalata. Se fosse stato sereno li avremmo visti, ma in quelle condizioni era impossibile. Mentre erano fermi è arrivato il temporale e, quando hanno potuto muoversi, non ci sono più riusciti per il freddo. E’ stata dura anche per noi soccorritori».

«Valutare le condizioni meteo non significa non andare in montagna. Se il maltempo è annunciato per le 14, è consigliabile tornare in un luogo sicuro almeno un’ora prima, prevedendo anche l’imprevisto, che a 4.000 metri di quota è dietro l’angolo, anche se si tratta di escursioni relativamente facili» aggiunge Paolo Comune. «Tra le precauzioni è importante avere più strati di abbigliamento. Se questa cordata l’avessi vista salire al mattino, tuttavia, avrei detto che erano mediamente ben attrezzati, però è capitato il classico inconveniente che li ha bloccati, prolungando i tempi e acuendo il freddo. Se le ragazze avessero avuto strati in più si sarebbero salvate, purtroppo l’80 per cento degli escursionisti e alpinisti non calcola l’imprevisto e si sarebbe vestito come loro. Le ragazze non erano ben attrezzate per una notte all’addiaccio, ma per un’ascensione in condizioni normali sì. Un incidente del genere poteva capitare a tanti. Hanno trovato condizioni più severe e non hanno retto all’imprevisto».

Vi è una differenza drastica tra affrontare una gita con il sole o con il brutto tempo. E vi è la tendenza a banalizzare i percorsi classici. «Oltre i 4.000 ci si muove in un ambiente glaciale e occorre il massimo di prudenza» precisa Paolo Comune. «Il mondo delle guide non riesce a trasmettere il reale pericolo di quegli ambienti. Anche salendo alla Capanna Margherita si possono trovare crepacci sulla traccia. Chi ci va senza guida o slegato non si rende conto del reale pericolo». Un’ultima raccomandazione del Direttore del Sav è che, quando si allerta il 112, si deve comunicare sempre la regione: «Spesso, infatti, da quelle di confine si aggancia una cella telefonica diversa, e indicare esattamente la regione in cui ci si trova accorcia notevolmente i tempi di attesa della squadra di soccorso più vicina».

Intanto, dopo aver creato 6 nuovi posti in Pronto Soccorso ad Aosta per i pazienti in barella, da domani domenica 11 luglio a domenica 8 agosto di domenica, e tutti i giorni dal 9 al 15 agosto, l’Usl potenzierà il servizio di elisoccorso per residenti e turisti. Tra giugno e i primi di luglio vi sono state 83 missioni, le stesse di 2 anni fa, contro le 69 del 2020. Tra interventi sanitari e incidenti in montagna si è tornati ai numeri pre-Covid.

«Il potenziamento, che in agosto avviene sempre, quest’anno è iniziato già a luglio», commenta Paolo Comune. «Ciò consente di avere 2 elicotteri con performances identiche, in 15 minuti in grado di raggiungere qualsiasi luogo della regione, trovando al rientro all’aeroporto Corrado Gex un’ambulanza pronta per il trasferimento in ospedale, e 2 equipaggi con medico rianimatore, in modo da poter intervenire in contemporanea in Alta e in Bassa Valle».

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