Nella cappella di San Clemente scoperte le absidi di altri edifici sacri
Si sono conclusi gli scavi archeologici all’interno della Prevostura della Cattedrale di Aosta, destinata a Casa della carità per l’assistenza ai bisognosi della Diocesi, che hanno riportato alla luce un’incredibile ed estremamente interessante stratificazione di costruzioni legate alla grande cappella di San Clemente, che si trovava praticamente all’incrocio tra le attuali vie De Sales e Hotel des Etats, partendo però da un primo nucleo di epoca romana.
«In effetti - evidenzia Gabriele Sartorio, archeologo della Soprintendenza regionale per i beni culturali - pur lavorando in uno spazio veramente ristretto, lo scavo ha evidenziato ben quattro diverse absidi, appartenenti a quattro edifici sacri realizzati in epoche successive uno sopra all’altro. Il primo, poggia su una costruzione romana, e può essere datato tra il periodo paleocristiano e l’alto medioevo, mentre il secondo è successivo ma anch’esso precedente all’anno Mille: dovevano essere due luoghi di culto particolarmente importanti, impreziositi dall’utilizzo, come era consuetudine al tempo, di materiali sicuramente di recupero, però scelti con attenzione e che definiscono degli ambienti liturgici molto ricercati, con l’impiego per esempio nel pavimento di ritagli di marmo. Le altre due absidi sono successive al Mille e l’ultima di esse, costruita presumibilmente tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo, è quella che dalle fonti in nostro possesso possiamo attribuire con certezza alla grande cappella intitolata San Clemente, mentre quelle precedenti potevano anche essere dedicate diversamente.»
Demolita all’inizio del Settecento, la cappella di San Clemente era quindi il contenitore di altri edifici, probabilmente ancora più importanti, che nel susseguirsi delle epoche hanno rimpiazzato il precedente, recuperandone i materiali. Le indicazioni emerse meriterebbero ora uno scavo più ampio, all’interno delle stanze della Prevostura, considerato come il ritrovamento ha portato all’attenzione scientifica la sola parte absidale e che quindi sarebbe possibile procedere all’individuazione delle navate sovrapposte dei quattro edifici: nei prossimi giorni quindi i responsabili della Soprintendenza ed i delegati della Diocesi, proprietaria della futura Casa della carità, valuteranno congiuntamente le azioni da intraprendere per valorizzare i reperti.