Il Pil della Valle d’Aosta è calato del 9 per cento

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Nel 2020 - l’anno della pandemia - il calo del Pil in Valle d'Aosta è stato superiore al 9 per cento. La stima è dell'ufficio studi di Torino della Banca d'Italia ed è stata presentata giovedì scorso, 24 giugno, nel corso della Giornata dell’Economia organizzata dalla Presidenza della Regione, dalla Banca d’Italia e dalla Chambre Valdôtaine. I dati emersi dalla conferenza sono assai allarmanti. Nicola Rosset, presidente della Chambre, ha parlato di un “Sistema montagna che si è trovato a pagare un prezzo molto alto in termini economici anche a causa di una scarsa attenzione da parte di chi era chiamato a decidere. Solo analizzando i primi sei mesi del 2021 i giorni nei quali la Valle d'Aosta è stata in zona rossa o arancione sono stati oltre il 52 per cento, con le inevitabili conseguenze economiche che ne derivano". Secondo il Presidente della Camera di Commercio "Ci sarà un prima del Covid e un dopo Covid, proprio per le profonde trasformazioni che questa emergenza sanitaria comporterà a livello sociale, ma anche produttivo e imprenditoriale". Nicola Rosset ha poi ribadito che la pandemia "Non ha risparmiato nessuno e nessun settore economico, con comparti che ne sentiranno il peso probabilmente in tempi diversi: penso per esempio all'aumento dei costi delle materie prime che sta iniziando ora a pesare su certe attività, proprio quando si pensava di doversi concentrare sulla ripartenza".

Il vicecapo della filiale di Aosta di Bankitalia Paolo Mistrulli, in un complesso di dati negativi, ha comunque affermato che "Resistono meglio le costruzioni, con un crollo delle ore lavorate nei primi mesi della serrata della scorsa primavera e una consistente ripresa negli ultimi mesi del 2020, che fa da contraltare alla continua contrazione degli anni precedenti". Di contro il calo delle presenze turistiche, pari al 39,5 per cento nel 2020, ha avuto secondo Mistrulli "Un impatto molto elevato sull'economia valdostana”. I dati sull'occupazione, con un calo del 2,4 per cento, sono stati contenuti dagli strumenti di sostegno perché le ore lavorate sono crollate del 12,2 per cento e senza un'azione pubblica "L'impatto sarebbe stato molto più ampio". Il reddito medio delle famiglie è calato dell'1,9 per cento, meno rispetto al 2,7 del paese, e in Valle i consumi sono calati dell'11,7 per cento.

Calo anche a livello demografico

Numeri negativi anche a livello demografico. Dario Ceccarelli, capo dell'osservatorio economico e sociale della Regione, ha definito le cifre “Preoccupanti”. La continua caduta della natalità ha raggiunto lo scorso anno un "Limite fisiologico mai toccato, con meno di 800 nati nel 2020. Basti pensare che nel 2014 erano stati 1.100. Un crollo superiore al 27 per cento in 6 anni ha un effetto immediato già nel breve periodo. La popolazione valdostana è scesa al di sotto delle 124mila unità all'inizio del 2021, con una contrazione che prosegue da 7 anni”. Secondo Ceccarelli “La pandemia ha aumentato i decessi, ridotto la propensione alla natalità, limitato la mobilità tra stati e regioni. Sono fermi i flussi migratori, che per molto tempo sono stati determinanti per la crescita della popolazione". L'età media della popolazione è di 46 anni, salita di 3 anni dal 2002 a oggi.

L’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Formazione e Lavoro Luigi Bertschy ha invece ricordato che “Da pochi giorni abbiamo cercato di dare risposta in termini legislativi alla situazione che viviamo nella nostra comunità e siamo al lavoro per la fase applicativa di questa legge. Sottolineo l’attenzione data da tutte le forze politiche alla costruzione della legge 15 e l’approvazione all’unanimità è un bel segnale politico per la comunità. Lunedì approveremo in Giunta i primi provvedimenti attuativi e con la prima settimana di luglio si continuerà a lavorare per l’apertura delle piattaforme per accedere agli aiuti. I dati confermano il trend di alcuni aspetti che conosciamo ormai da tempo, ma che allo stesso tempo ci danno indicazioni sulle decisioni da prendere. Nel breve termine occorrono le risposte alla situazione emergenziale che stiamo dando con le diverse leggi che mettono in campo numerose e cospicue risorse, a medio termine bisogna avere dei programmi strategici che partano già nel 2021, come ad esempio il Piano Politiche del lavoro da poco approvato. Saranno fondamentali gli investimenti nel lungo termine, ma il principale punto di attenzione sarà il capitale umano. Quanto alle riforme i prossimi anni saranno in particolare dedicati a quella dell’Amministrazione regionale”.

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