Appalti truccati all’ombra del Cervino, la sentenza è attesa lunedì 28 giugno

Appalti truccati all’ombra del Cervino, la sentenza è attesa lunedì 28 giugno
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Lunedì scorso, 21 giugno, al Tribunale di Aosta è stata celebrata la penultima udienza del processo relativo all’inchiesta “Do ut des” su un presunto giro di appalti truccati nella Valtournenche. La sentenza sarà emessa lunedì prossimo, 28 giugno. Protagonista è stata la difesa di Fabio Chiavazza, assistito dagli avvocati Anna Rossomando e Giuseppina Sollazzo, che ha chiesto l’assoluzione dell’ex capo ufficio tecnico di Valtournenche, principale imputato. L’udienza davanti al Gup Davide Paladino si era aperta con una serie di dichiarazioni spontanee di Fabio Chiavazza. Quindi sono iniziate le arringhe dei suoi legali, ultimi difensori a discutere il rito abbreviato scelto dai 15 imputati, in gran parte dedicate a ricostruire tutte le procedure di conferimento degli incarichi, anche sul piano della loro regolamentazione normativa, evidenziando non solo come le procedure siano state rispettate, ma anche come alcune delle varianti adottate in corso d’opera - che, nella tesi accusatoria, erano il sotterfugio amministrativo per remunerare maggiormente gli affidatari - rappresentassero, in realtà, migliorie agli interventi senza aggravi per l’ente. Sono in tutto 8, stando all’ordinanza di custodia cautelare che aveva portato in carcere Chiavazza le opere su cui avrebbe influito il patto corruttivo. Oltre al Comune di Valtournenche, dalle 12mila pagine dell’inchiesta emerge che i presunti accordi illeciti tra gli imputati avrebbe interessato anche varie procedure di appalto in ambito Anas e la ristrutturazione del bar “Rocce Nere”, sulle piste di Cervinia. Per quest’ultima opera, a processo c’è anche l’allora presidente della “Cervino SpA” Federico Maquignaz, 54 anni, di Valtournenche, per il quale l’accusa ha chiesto 1 anno per il “patto corruttivo” che avrebbe stipulato con l’ex capo ufficio tecnico. Secondo l’accusa in merito alle gare dell’Anas, avrebbe avuto peso la figura dell’ingegnere Corrado Trasino, 57 anni, di Aosta, per il quale il pubblico ministero ha chiesto 2 anni e 300 euro di multa.

Gli altri imputati sono l’ingegnere Giuseppe Zinghinì di Aosta e la dipendente comunale a Valtournenche Cristina Camaschella di Antey-Saint-André (richiesta di 1 anno e 6 mesi e 300 euro di multa ognuno), i liberi professionisti Andrea Benincasa Di Caravacio di Torino, Stefano Rossi di Piacenza, l’ingegnere Adriano Passalenti di Saint-Nicolas, l’impresario Nicolò Bertini di Alagna Valsesia, l’artigiano Stefano Trussardi di Aosta e l’architetto Ezio Alliod di Verrès (chiesti 1 anno e 4 mesi e 200 euro ognuno), l’architetto Marco Zavattaro di Quart, l’amministratore unico della “Ivies” Enrico Giovanni Vigna di Quincinetto, l’amministratore unico della “Edilvi Costruzioni” Ivan Voyat di Aosta e l’amministratore della “Chenevier SpA” Luca Frutaz di Aosta, per tutti, il pm ha ipotizzato 4 mesi di arresto e 30mila euro di ammenda.

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