Geenna, al processo d’Appello le ultime arringhe dei difensori

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Riprenderà lunedì 19 luglio il processo d’Appello a Torino per l’inchiesta Geenna su presunte infiltrazioni mafiose in Valle d’Aosta. In quella data è attesa la sentenza. Sono imputati l’ex consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico, il ristoratore Antonio Raso, il dipendente del Casinò Alessandro Giachino, l'ex consigliere regionale Marco Sorbara e l'ex assessora comunale alle Finanze di Saint-Pierre Monica Carcea. Nell’udienza di lunedì scorso, 21 giugno, è stata la volta delle arringhe dei difensori degli imputati di concorso esterno in associazione mafiosa Marco Sorbara e Monica Carcea e di Alessandro Giachino, accusato di essere stato un “partecipe” della “locale” di ‘ndrangheta di Aosta. L’avvocato Sandro Sorbara, fratello di Marco Sorbara, ha puntato a smontare il castello accusatorio ricostruendo gli episodi da cui dipende l’imputazione di concorso esterno nel sodalizio criminale legati al periodo in cui il suo congiunto era assessore comunale ad Aosta. Secondo il legale, a rafforzare l’estraneità di Marco Sorbara rispetto alla presunta cellula ‘ndranghetista aostana è pure il suo mancato coinvolgimento nell’indagine “Egomnia”, sul condizionamento delle elezioni regionali 2018 da parte della mafia calabrese. In quelle elezioni Marco Sorbara venne eletto consigliere regionale nelle fila dell’Union Valdôtaine. «Come è possibile - si è chiesto l’avvocato Sandro Sorbara - che, nella mole di atti d’indagine depositati dalla Dda di Torino, Marco Sorbara non compaia tra coloro che sarebbero stati sostenuti dalla “locale”, se fosse stato effettivamente contiguo ad essa?». La legale Francesca Peyron, per l’ex assessore comunale a Saint-Pierre Monica Carcea, ha quindi mirato all’inconsistenza degli elementi fondanti della “locale”, quale dato che rende non possibile l’ipotesi di un concorso esterno da parte della sua cliente. l’avvocato Claudio Soro, per Alessandro Giachino ha sostenuto che il processo non nasce per discutere se in Valle d’Aosta ci siano state infiltrazioni di ‘ndrangheta o meno, ma per stabilire se quella contestata ai 3 imputati di associazione di tipo mafioso fosse una “locale” di ‘ndrangheta, o meno. Una premessa dalla quale è partito per rispondere in senso negativo ed evidenziare l’estraneità del suo assistito al contesto malavitoso.

Giovedì prossimo, 1° luglio, sempre a Torino, riprenderà invece il processo di secondo grado per gli altri 11 imputati nell’inchiesta Geenna che avevano scelto di essere giudicati con il rito ordinario. Nella stessa giornata è attesa la sentenza. Tra gli altri alla sbarra vi sono Bruno Nirta, al quale in primo grado sono stati inflitti dodici anni e otto mesi, Marco Fabrizio Di Donato, la cui pena è di nove anni, nonché Roberto Alex Di Donato e Francesco Mammoliti, entrambi condannati a cinque anni e quattro mesi.

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