A Valtournenche si è spento Zeffiro Ussin Incarnava una Valle d’Aosta che non c’è più

A Valtournenche si è spento Zeffiro Ussin Incarnava una Valle d’Aosta che non c’è più
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Zeffiro Ussin era l’uomo di una Valle d’Aosta che non esiste più, non tanto per la sua età quanto per una mentalità che aveva rifiutato di condividere i troppo rapidi cambiamenti della nostra regione, avvenuti dal dopoguerra in poi. Se consideriamo poi che il paese dove era nato e dove ha sempre abitato, cioè Valtournenche, è uno di quelli che - con lo sviluppo di Breuil Cervinia come stazione sciistica di fama mondiale - ha conosciuto più di tutti questi cambiamenti epocali, allora la figura di Zeffiro Ussin appare ancora più fuori da ogni schema convenzionale.

Nato nel 1932, da Silvano Ussin e Lidie Gorret, ha sempre vissuto in famiglia, come il fratello Amato novantaduenne e la sorella Maria, classe 1935, occupandosi insieme a loro dei lavori di un’agricoltura di montagna particolarmente difficile, coltivando i terreni che possiedono nella verde radura di Duerche, al limitare del grande bosco, dove risiedono abitualmente, ed intorno al vicino villaggio di Ussin, da dove ha avuto origine il loro cognome. Da giovane oltre a coltivare la campagna e ad occuparsi del bestiame, aveva acquistato un camioncino, lavorando al Breuil come artigiano edile e collaborando alla costruzione di alcune case, ma la sua vera passione era la costruzione delle teleferiche, come quella del Mont Mené, per il trasporto del materiale nei cantieri in quota e negli alpeggi oppure per la discesa a valle della legna: da autodidatta si applicava nei calcoli e poi nella realizzazione della linea distinguendosi per quell’intelligenza pratica di un tempo, ereditata da generazioni di votornen, tanto da essere diventato un esperto riconosciuto e ricercato.

Per Zeffiro Ussin il martedì era il giorno della trasferta ad Aosta, prima con il camioncino, ormai da decenni con il pullman. Un appuntamento irrinunciabile con il mercato settimanale, lui che arrivava con il suo zaino in spalla e che ogni martedì passava a controllare la grande casa che la famiglia possedeva sul lato orientale di piazza Chanoux, proprio nel salotto cittadino, della quale alcuni anni fa aveva restaurato l’ampia facciata.

Ad Aosta come a Valtournenche, Zeffiro Ussin, con i suoi caratteristici baffi, amava informarsi di tutto ed aveva sempre la battuta pronta, anche se l’udito negli ultimi tempi lo aveva abbandonato e quindi parlava a voce molto alta, usando la lingua della sua valle, caratterizzata da un’inflessione inconfondibile.

Personaggio vero, memoria della Valtournenche, non aveva scelto di diventare prete o guida alpina, secondo la tradizione del paese, preferendo rimanere tra il verde e le vecchie pietre di Duerche, sapendo leggere i segni della montagna e della natura, vivendo al ritmo delle stagioni, sempre più solo in un mondo di conoscenze che un tempo era invece patrimonio comune. Tuttavia per il suo essere così profondamente semplice uomo della montagna aveva pure subito le cattiverie del mondo esterno, superate con la forza della fede. Zeffiro Ussin ha lasciato Duerche sabato, spegnendosi tra le preghiere nella sua casa. I funerali sono stati celebrati a Valtournenche lunedì scorso, 14 giugno.

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