Cristina Machet presidente dell’Uv: «La crisi in Regione? La risolveremo, in questo periodo difficile serve stabilità»
Cristina Machet è la nuova presidente dell'Union Valdôtaine. Unica candidata, è stata eletta durante la conferenza dei presidenti delle sezioni del Mouvement che si è svolta nel pomeriggio di sabato scorso, 5 giugno, a Pont-Saint-Martin: la sala ha ospitato circa 200 unionisti tra membri del Conseil Fédéral e presidenti di sezione. Ad oggi sono oltre mille gli iscritti del Leone rampante. Piero Prola è il nuovo vicepresidente, Federico Perrin il tesoriere. Cristina Machet succede a David Follien, reggente dall'autunno scorso dopo l'elezione in Consiglio Valle di Erik Lavevaz, divenuto poi Presidente della Regione.
Ex segretaria comunale a Valtournenche e Chamois ed ex sindaca di Torgnon, Cristina Machet, 44 anni, è laureata in Scienze politiche e ha un master in geopolitica alla Sorbona di Parigi. Giornalista pubblicista e già consigliera regionale di parità, alle ultime elezioni regionali, nell'ottobre scorso, è risultata la prima esclusa della lista dell'Uv, con 409 preferenze.
«In questi anni ho dato molto al Mouvement. Ho avuto grandi gioie e profonde ferite, ma sono stato, resto e resterò unionista. Essere unionista è uno stato d’animo» è stato il saluto di David Follien, presidente uscente. Secondo il quale la fiducia che i valdostani hanno nei confronti del partito è confermata dai risultati ottenuti durante le elezioni regionali e comunali del 2020. «Sommando gli iscritti delle altre forze politiche non si ottiene il numero dell’Uv. - ha aggiunto - Dobbiamo esserne fieri. Voglio evidenziare che siamo ancora, e sempre di più, al centro della politica valdostana. Questo implica impegno, coerenza e soprattutto responsabilità. Dobbiamo ancora una volta garantire la governabilità senza accettare ricatti, ma riconoscendo l’importanza del dialogo».
I punti forti del programma di Cristina Machet saranno il dialogo, condivisione e gestione federalista. Sulla riunificazione delle forze autonomiste Cristina Machet segnala la necessità di «Un dialogo che passerà dal Congrès national, strumento più democratico possibile, per capire come parlare con chi ha gli stessi ideali. I movimenti politici, i partiti e le associazioni sono insieme di idee e di ideologie. Se condivise vale la pena lavorare insieme. La frammentazione degli unionisti ha aperto le porte ai partiti politici nazionali e ciò non ha giovato ai valdostani».