La Thuile, ordinanza del Comune per la demolizione delle villette

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«Demolire, entro novanta giorni dalla notifica del provvedimento, le strutture realizzate in forza del titolo abilitativo annullato dalla sentenza del Consiglio di Stato», «In particolare dovranno essere completamente demolite le tre villette unifamiliari destinate ad abitazione di tipo primario, poggianti su un unico corpo di fabbrica interrato, nonchè l’interrato e tutte le opere eseguite nell’area di pertinenza e dovrà essere integralmente ripristinato lo stato dei luoghi». E’ quanto si legge nell’ordinanza del Comune di La Thuile che porta la data di giovedì scorso, 10 giugno. E’ il nuovo capitolo della vicenda delle tre villette in località Moulin, di cui il Consiglio di Stato ha recentemente sentenziato la demolizione, ritenendole edificate sulla base di una concessione edilizia non legittima. Il verdetto della giustizia amministrativa, pubblicato nello scorso aprile, ha segnato l’ultimo passo di un contenzioso di natura urbanistica tra le famiglie che abitano nelle villette (tredici persone in tutto) e alcuni proprietari di seconde case in un vicino condominio, iniziato nel 2010 e proseguito attraverso diversi gradi di giudizio.

«Era un atto dovuto, imposto dalla sentenza del Consiglio di Stato e da eseguire entro sessanta giorni dalla sentenza stessa» riferisce il sindaco di La Thuile, Mathieu Ferraris. «Ora i proprietari delle villette dovranno procedere alla demolizione entro novanta giorni, o entro lo stesso termine trovare un accordo con la controparte. Noi continueremo a fare da mediatori».

Uno spiraglio lasciato aperto dalla sentenza, nella parte in cui afferma che «E’ fatta salva la possibilità del raggiungimento di eventuali accordi transattivi».

Le irregolarità riguardano, tra l'altro, la violazione «Del regolamento edilizio del Comune di La Thuile, che subordina il rilascio delle concessioni edilizie all'esistenza delle opere di urbanizzazione primaria, tra cui le “strade residenziali veicolari", la "violazione della disciplina delle distanze dei fabbricati, fra loro, e dal confine" e la "la mancanza di un piano urbanistico di dettaglio"».

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