“I malati di Alzheimer ricoverati nelle Rsa non paghino le rette” La questione sollevata in Consiglio Valle da Paolo Sammaritani

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Si è parlato di oneri per l'assistenza di pazienti affetti da gravi disabilità ricoverati nelle residenze socio-assistenziali durante la seduta del Consiglio Valle di giovedì 27 maggio scorso. In particolare è stato Paolo Sammaritani della Lega Vallée d’Aoste a presentare un’interpellanza in merito.

«Abbiamo ricevuto varie segnalazioni da parte di sindacati e di famigliari di ospiti delle microcomunità valdostane che riferiscono di richieste di pagamento delle rette da parte delle strutture in cui sono ricoverate persone affette da gravi patologie come l'Alzheimer e la schizofrenia. - ha esordito Paolo Sammaritani - La Corte costituzionale ha però affermato che l’attività sanitaria e socio-sanitaria a favore di anziani non autosufficienti è elencata tra i livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea) e anche l'orientamento giurisprudenziale va in questa direzione. La Giunta è a conoscenza del numero dei pazienti affetti da Alzheimer, schizofrenia e altre gravi patologie che escludano l'autosufficienza, ricoverati nelle Rsa valdostane? È a conoscenza delle richieste di pagamento della retta mensile rivolte ai pazienti affetti da queste gravi patologie? Vorrei che mi fosse esplicitato l'intendimento del Governo regionale e dell'Usl Valle d'Aosta su questa problematica».

«In conformità con le vigenti disposizioni per i Lea, quando il quadro clinico del paziente richiede un elevato livello di assistenza sanitaria, i costi sono posti a totale carico del servizio sanitario regionale. - ha risposto l'assessore alla Sanità Roberto Barmasse - È prevista invece una compartecipazione alla spesa per la sola quota alberghiera quando invece i pazienti presentano un quadro non eccessivamente complicato o quando, dopo un primo trattamento intensivo, le condizioni si stabilizzano ed è possibile transitare verso “setting” assistenziali meno severi dal punto di vista sanitario. Ricordo che per coloro che presentano particolari situazioni di disagio economico o sociale esistono specifiche misure regionali di intervento. Visto che l'assegnazione dei “setting” di assistenza e cura è posta in capo alle unità di valutazione multidimensionale, i pazienti destinati alle microcomunità non dovrebbero presentare quadri clinici e sanitari eccessivamente complicati; altrimenti, dovrebbero trovare accoglienza, secondo le regole di non compartecipazione o parziale compartecipazione alle spese, nelle strutture socio sanitarie del JB Festaz (con 49 posti letto complessivi), di Perloz (18 posti letto) e nei 2 nuclei demenze (uno nella struttura del JB Festaz, con 10 posti letto, l'altro presso la Casa di riposo Domus Pacis di Donnas con 17 posti letto)».

«La risposta non è stata esauriente. - ha replicato il consigliere Paolo Sammaritani - Nel marasma di norme e disposizioni, c'è un dato iniziale fondamentale: la diagnosi. Non si possono indicare genericamente forme di demenze che potrebbero invece essere meglio specificate, come nel caso del morbo di Alzheimer, e affrontate in modo più mirato. Altro aspetto molto delicato sono i contratti che vengono stipulati al momento del ricovero nelle strutture. È un tema da affrontare con coraggio, perché, anche se le risorse economiche dedicate alla sanità sono sempre insufficienti, la popolazione sta invecchiando e un amministratore serio si deve porre questi problemi e cercare di risolverli. Non sono accettabili situazioni di disparità nell'accesso alle esenzioni e agli aiuti. È un discorso di civiltà che non possiamo assolutamente trascurare».

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