Martedì a Introd la deportata Lidia Maksymowicz
Lidia Maksymowicz è balzata agli onori della cronaca quando mercoledì scorso, 26 maggio, è stata baciata da Papa Francesco. Il pontefice ha incontrato la donna che all’età di tre anni era stata deportata con i suoi genitori nel campo di concentramento di Auschwitz Birkenau. La sua storia ha fatto il giro del mondo ed è raccontata nel docufilm “70072 La bambina che non sapeva odiare” presentata l’8 marzo scorso a Palazzo Madama a Roma.
Il racconto di questa storia ha colpito tutti: i lunghissimi mesi di prigionia per una bambina che vive nel cuore dell'inferno dentro la famigerata baracca del dottor Josef Mengele, la liberazione del campo il 27 gennaio 1945 e l'inizio di una nuova vita con l'adozione da parte di una famiglia polacca sono le tappe di una vicenda straordinaria capace di andare oltre gli orrori della pagina più nera della nostra storia.
In anni più recenti Lidia Maksymowicz si è avvicinata a Introd, vista la sua grande devozione per Papa Giovanni Paolo II. “E’ arrivata al santuario di Les Combes anni fa - racconta il sindaco Vittorio Anglesio - e da qui è partita l’idea di creare il docufilm realizzato di recente”. Lidia Maksymowicz, prima di andare a Roma, è tornata a Introd martedì scorso, 25 maggio: dopo la visita alla cappella di Saint Laurent di Les Combes è stata ricevuta in Municipio dal sindaco Vittorio Anglesio e dall’assessore Marie-Claire Fusinaz.