Suor Nerina e le religiose della Sacra Famiglia lasciano Aosta
Fra poche settimane, entro la fine di giugno, nella parrocchia di Saint-Martin-de-Corléans ad Aosta resterà un vuoto. La piccola comunità di Suore della Sacra Famiglia, che da quasi 26 anni supporta il parroco e anima i momenti comuni, si scioglierà e le 2 religiose rimaste torneranno nella Casa generalizia di Pescara, in Abruzzo. A settembre 2019 è arrivato come parroco don Grzegorz Piotr Mrowczynski, originario di Breslava in Polonia e appartenente al Clero di Roma; è affiancato dal vice parroco don Ferdinand Nindorera, che invece appartiene al Clero dell’Arcidiocesi di Gitega in Burundi. Al loro arrivo hanno trovato le tre suore della Santa Famiglia: la superiora suor Agata Kozinska, suor Nerina Di Battista e suor Celina Sciarretta. Suor Agata è da qualche mese in Polonia, sua patria natale, per motivi di salute e per ora non tornerà in Italia; suor Celina ha 84 anni, di cui più di 60 di professione religiosa, ed è originaria di Montesilvano, vicino a Pescara; infine suor Nerina, 72 anni e a Pescara fin dall'adolescenza, dopo aver a lungo insegnato Lettere nelle scuole medie, è in pensione dal 2008. «Siamo rimaste solo suor Celina ed io. - spiega suor Nerina Di Battista - Per questo hanno deciso la chiusura della comunità ed entro giugno andiamo via». Per salutarle, e far sentire loro l'affetto di una lunga frequentazione, mercoledì prossimo, 2 giugno, la Messa delle 18.30 sarà celebrata dal vescovo Franco Lovignana.
Da Penne ad Aosta
Catechiste, animatrici, punto di riferimento e di ascolto, le suore sono state il fulcro di tante iniziative parrocchiali, unite nella loro piccola comunità, che ha sede nel grande edificio a forma di «pagoda» e le loro stanze nel lato orientale della struttura. Dalla Casa madre di Penne, sono state chiamate nel 1995 dal vescovo, oggi emerito, Giuseppe Anfossi: «Quella di Aosta è stata l'unica Casa fuori dell''arcidiocesi di Pescara Penne. - raccontano suor Nerina Di Battista e suor Celina Sciarretta - Monsignor Giuseppe Anfossi aveva avuto l’intuizione di coinvolgerci e aveva contattato le suore: avevamo anche altre richieste, per esempio da Bologna e Novara, però abbiamo scelto la Valle d'Aosta, per le montagne e la neve. Don Luigi Maquignaz ci ha accolte nella sua casa, in parrocchia, poi la collaborazione è stata con don Albino Linty Blanchet e ora con don Gregorio. Ora siamo richiamate nella Curia generalizia, dato che la nostra Casa madre è ancora danneggiata dal terremoto dell'Aquila». Suor Celina Sciarretta appartiene all'Ordine religioso da quando aveva poco più di 12 anni, era entrata come aspirante: «Ho preso i voti a 17 anni. - racconta - Ora cerco di spiegare che facciamo parte di un istituto e uno dei nostri voti è quello di obbedienza, perciò dobbiamo partire. Qui abbiamo trovato una bella accoglienza, tanti amici, tanto affetto: il mio compito è spesso quello di ascoltare, quando visito gli anziani, i malati, le persone sole e porto loro la comunione. Intanto seguo anche i ragazzi del catechismo, abbiamo concluso l'anno scorso con i cresimandi». Oltre al catechismo e all'aiuto in parrocchia, per suor Nerina Di Battista vi è anche il compito del canto, come racconta: «Don Luigi Maquignaz mi aveva dato l'incarico di costituire un coro di volontari solo per i funerali ed è il coro che dirigo, mentre sono corista in quello francese. Mi sono anche occupata di animare le messe durante l'estate o quando non c'era un coro». E poi i rosari, gli incontri e le meditazioni. Buona parte delle attività ha trovato una efficace cassa di risonanza nell'operato di suor Nerina Di Battista, che è stata incaricata della comunicazione, in particolare quella digitale. Facebook, YouTube, Instagram, messaggistica, non hanno segreti per la religiosa che, obbedendo alla missione affidatale, divulga, comunica e testimonia, spesso anche in diretta, gli eventi della parrocchia, chiama a raccolta per le riflessioni e le meditazioni, divulga il foglio della domenica, le celebrazioni in video e le foto dei momenti più significativi, in parrocchia e in Diocesi. «Non dimenticheremo i tanti amici - concludono le religiose - e ci terremo a contatto a distanza».