La regina Margherita a Gressoney nelle fotografie donate da Carlo Marcoz
La regina Margherita e Gressoney sono le grandi protagoniste della collezione fotografica donata nei giorni scorsi da Carlo “Nini” Marcoz, noto imprenditore di Aosta, alla Regione. L’acquisizione è stata messa «nero su bianco» dalla Giunta regionale lunedì 10 maggio. Con la deliberazione, la Regione ha quindi accettato la donazione del fondo fotografico di interesse etnografico, storico e storico-artistico, «Affinché i beni siano conservati e catalogati dall’ufficio BREL- Bureau des audiovisuels della Struttura attività espositive e promozione identità culturale e siano messi a disposizione del pubblico».
In particolare si tratta di 118 lastre in vetro negative in bianco e nero, di formati vari, (nella foto, uno degli esemplari) con temi diversi: «vedute, eventi, comunità» di Gressoney-Saint-Jean e Gressoney-La-Trinité. Il periodo: tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo. Materiale che ha un valore stimato di circa 8mila euro.
Fotografie trovate in un granaio, «Durante i lavori di ristrutturazione di una casa di famiglia in piazza Umberto I a Gressoney-Saint-Jean» racconta lo stesso Carlo Marcoz, «Insieme ad altre foto di famiglia, che naturalmente abbiamo tenuto noi». Immagini che restituiscono passaggi importanti per la comunità, «Come la costruzione del Castel Savoia, del ponte sul Lys o del campanile, e la festa di San Giovanni» illustra ancora Carlo Marcoz. E poi altre che riguardano la (assidua) presenza della regina Margherita in questo angolo della Valle.
Nel 1883 il barone Luigi Beck Peccoz fece costruire la villa dove dal 1889 al 1904 avrebbe soggiornato Margherita di Savoia, la Villa Margherita che fu acquistata dal Comune di Gressoney-Saint- Jean nel 1968 e poi destinata a sede del Municipio.
Successivamente la regina Margherita volle fare edificare una residenza per sé sul versante della valle al di sotto del Colle Ranzola, da cui si gode un ampio panorama sulle cime del Monte Rosa. Dopo alcune resistenze di Umberto I - che preferiva soggiornare nel Castello di Sarre per lunghe battute di caccia - la regina Margherita ottenne il permesso per realizzare la sua dimora di villeggiatura - il Castel Savoia - che fece progettare all'architetto Emilio Stramucci, già adoperatosi per i rimaneggiamenti di Palazzo Reale e di altre dimore sabaude.
La posa della prima pietra avvenne nell'estate del 1899 ma re Umberto I nel castello non vi soggiornò mai poiché venne assassinato a Monza nel 1900 dall'anarchico Gaetano Bresci, prima del completamento dei lavori nel 1904.
La regina Margherita, vedova e ormai relegata alla sola funzione di regina madre, vi trascorse lunghi periodi di villeggiatura fino al 1925, ospitando illustri membri della letteratura di cui amava circondarsi, tra cui il poeta Giosuè Carducci. Tornando alle fotografie, «Le avevo proposte tempo fa al Comune di Gressoney-Saint-Jean, però non ho mai avuto risposta. Così ho pensato alla Regione e più precisamente al Brel, mi è sembrata la destinazione più logica» conclude Carlo Marcoz.