Le macine della Strada del Sole protagoniste in tv a Bell’Italia

Le macine della Strada del Sole protagoniste in tv a Bell’Italia
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Va in onda oggi, sabato 15 maggio, alle 11, su Rai Tre nazionale, nel TGR Bell’Italia, un servizio sulle macine della Valle d’Aosta, al quale ha collaborato l’archeologo Mauro Cortelazzo.

In particolare, il sentiero tra l’Alpe Valmeriana nel Comune di Pontey e Bellecombe a Châtillon, è stato chiamato anche Strada del Sole, in quanto disseminato di resti di antiche macine abbozzate nella roccia, che ricordano rappresentazioni di dischi solari.

Mauro Cortelazzo è salito nella Valmeriana, insieme a Donato Arcaro, guida naturalistica, e al cineoperatore della Rai Pietro Taldo, per ammirare, spiega l’archeologo, «Un bosco affascinante con macine disperse qua e là, in parte scolpite e in parte abbandonate sulle rocce, che potranno diventare anche un’attrattiva turistica. E’ un’atmosfera fiabesca. Si tratta di itinerari non molto conosciuti, ma su sentieri ben segnati. La messa in onda nazionale attirerà l’attenzione su questa peculiarità della Valmeriana e del Vallone di Saint-Marcel. In queste due aree della Valle d’Aosta vi erano le cave più importanti. E’ lì che si estraevano molte macine, che venivano poi commercializzate, soprattutto nel Medio Evo tra il 1000 e il 1300, il periodo della maggiore fioritura del commercio, e si ritrovano in tutta la Pianura Padana fino all’Adriatico. L’anno scorso sono stati rinvenuti frammenti di macine nel Vallone di Saint-Grat sopra Issime, dov’erano dei mulini Walser che le utilizzavano. A riprova del fatto che erano commercializzate e usate anche all’interno della regione».

Si era creata una vera e propria filiera commerciale, poiché chi produceva le macine non era lo stesso che le commercializzava: transitavano sulla strada verso Bard e Donnas e i signori del tempo ci lucravano; nei pedaggi di Bard si ritrovano, infatti, i dazi per il passaggio di centinaia di macine.

«Le macine estratte alle pendici del Monte Barbeston hanno la particolarità di avere una matrice di roccia tenera, la clorite, con all’interno cristalli di granati rossi molto duri» prosegue Mauro Cortelazzo.

«Poiché le macine erano due, una fissa e una rotante, riuscivano a frantumare bene il grano e a macinare la farina. E’ una roccia che veniva estratta solo in Valle d’Aosta. Poi la produzione decadde perché, essendo la matrice troppo tenera, mentre macinava la roccia si sbriciolava e qualche traccia di minerale poteva rinvenirsi nella farina. Altre zone delle Alpi che avevano rocce più dure subentrarono quindi nella produzione di macine alla Valmeriana e a Saint-Marcel».

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