Presidenza dell’Uv, Cristina Machet è disponibile. Indiscrezioni sulla réunion
L’Union Valdôtaine si avvicina al giorno dell’elezione del suo nuovo presidente, in programma sabato 12 giugno. Un «election day» che in buona sostanza sostituirà il tradizionale Congrès, impossibile da celebrare stante la situazione di emergenza sanitaria. Il percorso di avvicinamento è stato comunicato nei giorni scorsi dal presidente reggente, David Follien (che aveva sostituito Erik Lavevaz al timone del Mouvement dopo la sua elezione alla guida della Regione). Ogni iscritto potrà presentare la propria candidatura alla guida dell’Uv, a patto che sia iscritto al Mouvement da almeno 5 anni e che la candidatura sia sostenuta da 3 sezioni o da 50 iscritti anche di differenti sezioni. Le candidature dovranno essere presentate al siège entro le 12 di venerdì prossimo, 21 maggio, accompagnate da un programma. Le elezioni sono in calendario appunto sabato 12 giugno, dalle 9 alle 18, in 4 sedi: Arvier, Aosta, Châtillon e Pont-Saint-Martin. Se vi sarà una sola candidatura, il Comité Fédéral e i presidenti di sezione faranno le valutazioni del caso, per evitare magari l’allestimento - e il rischio assembramenti - dei 4 seggi.
Il presidente uscente David Follien non sarà della partita. Ha offerto la sua disponibilità invece Cristina Machet, ex sindaco di Torgnon. «E’ presto per fare dichiarazioni e proclami. - afferma - In questi giorni sto portando avanti un lavoro di consultazione del territorio, attraverso le sezioni, per capire se la mia proposta è gradita. Dopodichè, vedremo».
Parallelamente a questo percorso se ne sta sviluppando un altro, quello dell’ormai mitica «réunion» dell’Union Valdôtaine, con la ricomposizione delle fratture che hanno caratterizzato gli ultimi anni del Mouvement. Secondo indiscrezioni il presidente della Regione Erik Lavevaz e l’assessore Davide Sapinet avrebbero proposto a quattro ex di peso - Luciano Caveri e Corrado Jordan di VdA Unie, Albert Chatrian e Luigi Bertschy di Alliance Valdôtaine - di tornare alla «casa madre». «Approccio» smentito dai diretti interessati, non però l’obiettivo finale: la réunion appunto.
«Non ci sono dubbi sul fatto che io abbia sempre creduto alla ricomposizione del mondo autonomista. - precisa Luciano Caveri - Un processo che deve avvenire assecondando un “idem sentire popolare” che è stufo per due ragioni. La prima sono le troppe divisioni di chi in realtà crede nei medesimi valori e si è disperso per ragioni comprensibili, ma che possono essere superate con regole democratiche condivise e rispetto del pluralismo.
Bisogna però - secondo punto - anche affrontare in modo sereno la perimetrazione di questo mondo autonomista per evitare quelle incursioni esterne che spesso hanno inquinato le sorgenti.
Piccoli come siamo dobbiamo, nel nome del buonsenso, agire insieme con rispetto reciproco e Statuti chiari cui attenersi. Altrimenti sarà il "divide et impera" di cui godono coloro che all’Autonomia non credono affatto».
«Alliance Valdôtaine, sin dalla sua formazione, non ha mai fatto mistero della volontà di contribuire alla ricostituzione dell’area autonomista, frammentatasi negli ultimi quindici anni. - dichiara Albert Chatrian - Perché solamente un unico movimento autonomista, pluralista, aperto e inclusivo potrà guidare la Valle d'Aosta verso una condizione di autogoverno pienamente realizzata. È un obiettivo che va perseguito con lucidità e con rispetto reciproco di tutte le componenti. Bisogna saper mettere da parte i personalismi e tenere nel giusto conto le motivazioni che hanno portato alla diaspora, senza minimizzare e senza dimenticare. Però occorre anche avere la capacità di andare oltre, facendo tesoro degli errori del passato e forti dello spirito di collaborazione proficua che si è creato tra i gruppi autonomisti della maggioranza in Consiglio regionale. L’Union Valdôtaine non ha chiesto a nessun eletto di Alliance Valdôtaine di “rientrare nel partito”, sarebbe velleitario e riduttivo, e in fondo una richiesta di questo tipo, lanciata in modo quasi provocatorio, non renderebbe merito al movimento che, per storia e memoria, rappresenta un riferimento imprescindibile della politica valdostana. L’auspicio è invece che da parte di tutti vi sia la volontà di fare un percorso comune di avvicinamento delle persone e delle posizioni il più partecipato possibile e condiviso».