Un rarissimo ibis eremita avvistato a Montalto Dora e a Borgofranco “Non lo disturbate, sta migrando”
Le piume nere che diventano più lunghe e sottili intorno al collo, la testa calva, un’apertura alare di oltre un metro e il caratteristico becco incurvato verso il basso, utile per estrarre le prede dal terreno. E’ l’ibis eremita, bizzarro volatile che in questi giorni è diventato suo malgrado una star dei social, da quando i suoi avvistamenti si sono moltiplicati prima nel Torinese e poi nel Canavese, in particolare a Borgofranco d’Ivrea e a Montalto Dora. Numerose le fotografie condivise dalle persone che hanno avuto la fortuna di vederlo e tantissimi i commenti; alcune persone hanno avvisato i Carabinieri Forestali e la Lipu - Lega Italiana Protezione Uccelli.
La curiosità è cresciuta così tanto che il Canc - Centro Animali Non Convenzionali di Torino - ha pubblicato sul proprio profilo Facebook una nota per chiarire la situazione.
«In molti ci state segnalando la presenza di un grosso uccello con anello di identificazione nelle zone del Biellese, del Canavese e vicino a Venaria. - ha scritto il Centro - È un ibis eremita, uccello di cui esistono solo più cinquecento esemplari al mondo, che fa parte di un progetto europeo di ripopolamento. Questi animali (non c'è n’è uno solo...) sono stati allevati e poi addestrati a migrare accompagnandoli in deltaplano a motore dalla Baviera, dove nidificano, a Orbetello ove svernano. Questi soggetti che avvistate sono in migrazione verso la Baviera e non vanno disturbati in alcun modo. Anzi, aiutateli tenendo lontano curiosi o malintenzionati, eventualmente segnalando infrazioni ai Carabinieri Forestali, visto che si sta compiendo un reato molto grave. Sono tutti monitorati ventiquattro ore su ventiquattro tramite Gps e i loro movimenti sono seguibili da chiunque on line su un apposito sito. Sono abituati alla presenza dell'uomo essendo nati in cattività per cui sono purtroppo alla mercè di persone non amanti degli animali. Cerchiamo di aiutarli nella loro vita libera non disturbandoli e proteggendoli durante la delicata fase di migrazione».