Delitto Serban, ora si cerca il Dna del killer nelle tracce di sangue

Delitto Serban, ora si cerca il Dna del killer nelle tracce di sangue
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Gli investigatori della Questura di Aosta stanno lavorando alacremente per rinforzare il già robusto quadro indiziario a carico di Gabriel Falloni, il 35enne originario di Sassari, ma domiciliato a Nus da anni, arrestato con l’accusa di aver ucciso di Elena Raluca Serban, la rumena di 32 anni trovata sgozzata in un alloggio che affittava in viale Partigiani ad Aosta domenica 18 aprile scorso. Durante l’interrogatorio di garanzia, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere al Giudice delle indagini preliminari. A inchiodarlo sono state le riprese della delle telecamere di videosorveglianza del condominio teatro del delitto e tabulati delle telefonate tra lui e la vittima, contattata tramite un sito di escort, che hanno o ricondotto la sua presenza nell’abitazione in un orario compatibile con la morte della giovane. Un problema non secondario, però, è che non è stata trovata l’arma del delitto, presumibilmente un coltello, con cui la 32enne è stata ferita a morte sul lato sinistro del collo dopo un tentativo di strangolamento. La Procura ha così chiesto un accertamento tecnico, che verrà condotto all’inizio della prossima settimana al Gabinetto di Polizia Scientifica di Torino, mirato a isolare eventuali tracce di Dna, in particolare, su un asciugamano sporco di sangue e su un telo doccia sequestrati nell’abitazione della giovane donna uccisa. L’esame dovrà stabilire la compatibilità con i profili genetici di vittima ed indagato, stabilendo a chi dei 2 appartengano. Vista la natura irripetibile delle operazioni, delle stesse è stata data comunicazione anche alle parenti di Elena Raluca Serban e al difensore di Gabriel Falloni, l’avvocato Marco Palmieri di Sassari. Sono state scoperte tracce di sangue non solo in bagno, dove è stato rinvenuto il cadavere, ma anche sul pavimento del soggiorno, su quello della camera da letto, su uno scalino della prima rampa condominiale, nell’antibagno, a nel bagno e su un termosifone. Forse l’omicida ha tentato di ripulire la scena del delitto prima di allontanarsi dalla scena del delitto con una borsa sportiva di marca Arena - come testimoniano le riprese della videosorveglianza - dentro la quale, sospettano gli investigatori, aveva l’arma del delitto e i cellulari della donna. Gabriel Falloni era stato arrestato 4 giorni dopo il delitto mentre stava rientrando a Nus da Genova dove forse voleva prendere un traghetto per la Sardegna nel tentativo di far perdere le sue tracce. Resta anche da accertare il movente del delitto, per il quale gli uomini della Squadra Mobile con il commissario capo Francesco Filograno, coordinati dai pm Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi, non escludono una rapina finita male. Al momento dell’arresto Gabriel Falloni aveva cons sé alcune migliaia di euro però ha sostenuto che il denaro fosse suo e non della 32enne.

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