Uno strano 25 aprile senza pubblico e turbato dalle polemiche sulle bandiere

Uno strano 25 aprile senza pubblico e turbato dalle polemiche sulle bandiere
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Domenica scorsa, 25 aprile, in occasione del 76esimo anniversario della Liberazione, il presidente della Regione Erik Lavevaz, insieme al sindaco di Aosta Gianni Nuti e alla consigliera regionale Erika Guichardaz, rappresentante dell’Anpi, ha reso omaggio al Giardino della Rimembranza in via Festaz, ad Aosta, con la deposizione di una corona al Monumento ai caduti. A questo primo momento solenne ha fatto seguito la deposizione di una corona al Monumento al Soldato valdostano in una piazza Chanoux deserta. Una scena quasi intima, senza pubblico, anzi senza nessuno, in contrasto stridente con quanto accaduto soltanto il giorno prima, sabato 24, quando nello stesso luogo, nel corso di una manifestazione contro la Didattica a distanza, erano presenti circa 200 persone, la maggior parte priva di mascherina e non rispettosa del distanziamento sociale (vedi articolo in basso, ndr). Tanto che in molti si sono interrogati sul perché sia stato organizzato un 25 aprile così strano da parte delle Amministrazioni regionale e comunale, quando anche nei Comuni le celebrazioni si sono comunque tenute con la presenza del pubblico e di un numero consistente di partecipanti, rispetto al “deserto” di piazza Chanoux ad Aosta.

«Il 25 aprile non è una semplice ricorrenza, né la mera celebrazione di un passato eroico: è l’occasione per ciascuno di noi di caricarci sulle spalle uno zaino pieno di responsabilità e di ispirazione. - sottolinea il presidente Erik Lavevaz - Quel nostro passato ci dà un esempio chiaro di che cosa significhi ricostruire, ripartire. È inevitabile creare un parallelo tra ciò che i valdostani sono chiamati a fare oggi e quello che hanno dovuto compiere dopo il fascismo e la guerra. La storia della Valle d’Aosta e dell’Italia repubblicana ci insegna come la nostra società abbia in sé grandi forze, che nascono dall’intreccio tra l’esperienza e l’entusiasmo. La festa della Liberazione è un’opportunità, per tutti noi, per trovare la forza di fare le scelte giuste e il coraggio di guardare al futuro e di costruirlo migliore del presente». Dal canto suo, il sindaco Gianni Nuti ha ricordato che «La prima cosa è incarnare i valori che dalla Resistenza sono scaturiti e sui quali si fonda la repubblica italiana, dunque onorando la memoria di chi ha indossato i panni della storia locale in un momento cardine della storia di questa terra. Ricordare che se non ci fossero stati non è vero che la guerra si sarebbe conclusa nello stesso modo ugualmente… Ricordare che la violenza è nell’uomo, ma uno Stato che usa la violenza come strumento di governo è altra cosa. Bisogna saper raccontare una storia di giovani ai giovani d’oggi: l’energia della ribellione alla prigionia è frutto anche di un ardore giovanile che oggi langue dietro a schermi e pixel che non permettono una piena espressione di sé».

A punzecchiare sulla manifestazione l’Amministrazione comunale aostana ci ha pensato comunque, ma per un’altra cosa rispetto alla desolante partecipazione, il capogruppo e presidente di Rinascimento Valle d’Aosta Giovanni Girardini che sul suo profilo Facebook ha pubblicato un a foto della facciata del Municipio di Aosta con il seguente commento: «Che tristezza... cavolo! Tante parole per celebrare il 25 aprile e mettere le bandiere al contrario. Ma “un errore al giorno toglie il medico di torno” direbbe la signora Vicesindaco!». Una battuta che fa riferimento all’ultimo consiglio comunale, durante il quale la vicesindaco Josette Borre, incalzata proprio da Giovanni Girardini, ha ammesso che l’aumento delle tariffe per la pubblicità e l’occupazione del suolo pubblico dipendeva da degli errori di calcolo. Al di là di tutto ciò, però, effettivamente il tricolore e la bandiera valdostana appese verticalmente al balcone del Comune apparivano con la sequenza dei colori invertita. Come mai? «Colpa del vento. - risponde il sindaco Gianni Nuti - Abbiamo fatto sistemare numerose volte le bandiere, ma ahimè, si giravano. Rassicuriamo comunque i cittadini: noi, al contrario di altri, le bandiere non le cambiamo, ma può comunque far bene vedere la realtà da un altro punto di vista». Secca la replica di Giovanni Girardini: «E allora blocchino i gonfaloni, così non si girano».

Alla polemica sollevata da Girardini risponde pure l’addetto stampa del Comune di Aosta Chico Mileto che la bolla come una falsa notizia, pubblicando la fotografia postata dal fondatore di Rinascimento Valle d’Aosta a fianco di un’altra del Municipio con i drappi questa volta esposti nel verso giusto con il commento: «Per la cronaca, l’immagine del 25 aprile, scattata alle 8.35 di una giornata quasi estiva, è quella con il cielo azzurro e il selciato asciutto. Ma questo a chi vuol fare (dis)informazione politica e costruire falsa narrazione, ovviamente non interessa....». In effetti - malgrado le ammissioni del sindaco Nuti - la fotografia “lanciata” da Giovanni Girardini è relativa a un giorno di pioggia, tanto che il Monumento al Soldato valdostano è abbondantemente bagnato, quindi la morale rimane che senza sapere quale sia la fotografia giusta bisogna comunque e sempre porre grande attenzione sia alla forma che alla sostanza nelle manifestazioni che, come il 25 Aprile, ricordano il sacrificio di molti, così da dimostrare il doveroso rispetto della comunità e delle istituzioni che la rappresentano.

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