Partito il restauro del Santuario di Machaby Arnad vedrà rinascere il suo luogo del cuore
Il Santuario di Machaby, luogo del cuore per i residenti di Arnad e non solo, tornerà a splendere come merita. Sono iniziati martedì scorso, 26 aprile, i lavori di restauro della struttura, che negli ultimi anni versava in condizioni sempre più precarie. Un cantiere che sarebbe dovuto essere aperto già nel 2020 che, a causa della pandemia, è slittato a questa primavera, con la conclusione prevista nel mese di luglio del 2022. La festa del “patrón” della Madonna delle Nevi del prossimo anno potrà quindi davvero essere il momento per festeggiare la rinascita di uno dei monumenti più rappresentativi e amati della Bassa Valle, in passato meta di pellegrinaggi non solo dalla Valle d’Aosta ma da tutto il Canavese e dal Biellese.
«Finalmente si concretizza un processo messo in moto dall’Amministrazione comunale che nel 2018 ha partecipato a un bando della Fondazione Crt, di cui siamo venuti a conoscenza tramite il membro del consiglio di amministrazione Ugo Curtaz. - racconta il sindaco di Arnad Pierre Bonel - Esso prevedeva il recupero di un santuario per ogni Diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta e Arnad ha vinto per la nostra regione, aggiudicandosi un contributo di 250mila euro. Questo ha scatenato un circolo virtuoso che ha portato la Conferenza Episcopale Italiana a contribuire con altri 300mila euro e la Regione con un’analoga cifra. Il Comune ha messo 40mila euro e siamo disposti ad aggiungere ulteriori risorse perché crediamo moltissimo nel recupero del Santuario, nel turismo religioso e nella valorizzazione del comprensorio di Machaby».
La Diocesi ha interessato la Soprintendenza regionale per i Beni e le Attività culturali al fine di concordare entità e modalità degli interventi in vista della necessaria autorizzazione e anche per ottenere dalla Regione il cofinanziamento dell’opera. Sempre la Diocesi ha avviato con successo l’iter per ottenere il contributo della Cei dai fondi provenienti dall’8 per mille alla Chiesa Cattolica. «Considerata la richiesta di coinvolgimento di organizzazioni “no profit” del territorio per attività sociali e di valorizzazione culturale, la Diocesi ha interessato all’iniziativa l’Oratorio interparrocchiale Giovanni Paolo II e l’associazione Lo Doil di Arnad, che hanno aderito con entusiasmo. - si legge in una nota della Curia - Il coordinamento dell’operazione e l’espletamento di tutte le pratiche necessarie per arrivare all’apertura del cantiere sono state assicurate dall’Ufficio beni culturali della Diocesi di Aosta».
I lavori prevedono il rifacimento del tetto e del sistema di raccolta delle acque piovane, il consolidamento della cuspide del campanile, la realizzazione di un’intercapedine sul lato sud, ovvero quello a monte, dove il livello interno è più basso di quello esterno per cui entra umidità del terreno, il ripristino di tutti gli intonaci nelle parti ammalorate internamente fino all’altezza del cornicione, il restauro degli intonaci esterni di tutte le facciate e delle parti lapidee, come le cornici del portone e delle finestre. E’ inoltre previsto il recupero delle pitture della facciata e il restauro della parte strutturale delle cappelle del Rosario.
Quello di Notre-Dame des neiges di Machaby è uno dei santuari più noti della Valle d’Aosta. La festa del santuario ricorre il 5 agosto ma, in ossequio ad una tradizione immemorabile (riportata nel Coutumier nel 1746), la processione viene organizzata il giorno precedente, ovvero il 4 agosto, e in quell’occasione sono celebrati la Messa e i vespri.
Le origini del santuario sono assai antiche. Già all’inizio del Cinquecento è attestata la presenza di una cappella, mentre l’edificio attuale risale agli anni tra il 1687 e il 1713, realizzato dai capomastri valsesiani Ferro, illustre famiglia di architetti a cui si deve la costruzione di importanti chiese valdostane quali quelle di Issime, Fontainemore, Perloz e Champorcher.
Il Santuario rappresenta uno degli esempi più qualificati dell’architettura settecentesca in Valle d’Aosta, caratterizzato da un impianto a 3 navate separate da colonne di ordine tuscanico, la facciata a capanna, preceduta da un porticato a 3 fornici. La struttura è arricchita dall’inserimento di elementi lapidei che assolvono sia alla funzione di sostegno sia quella decorativa quali la serie di piccole mensole che sorreggono gli spioventi del tetto in facciata, le colonne del porticato o ancora le cornici modanate delle porte. Di grande impatto è la raffinata decorazione delle volte interne, con scene dedicate alla Vergine Maria, eseguita dai pittori Artari di Verrès nel 1857.