Da 5 mesi in attesa di sepoltura: il caso fa discutere il Consiglio di Saint-Vincent

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E’ una vicenda estremamente delicata e anche piuttosto triste, ma a quanto pare non così infrequente, quella di cui si è dovuto occupare mercoledì scorso, 28 aprile, il Consiglio comunale di Saint-Vincent attraverso un’interpellanza portata in aula dal consigliere di minoranza Erik Camos.

Un abitante di Saint-Vincent, deceduto nello scorso mese di novembre, giace tuttora in una cella frigorifera del cimitero di Aosta in attesa di sepoltura. Della storia è venuto a conoscenza casualmente lo stesso Erik Camos andando a spulciare tra le deliberazioni di Giunta e imbattendosi in particolare in una datata a giovedì 18 marzo, dalla quale emerge che una cifra di 1.500 euro è stata stanziata da parte del Comune per il funerale di un uomo, risultato però deceduto già domenica 22 novembre scorso.

«Ho chiesto se le esequie nel frattempo fossero state celebrate e mi è stato risposto di no. Morale: un cittadino di Saint-Vincent attende da oltre 5 mesi una sepoltura. - sottolinea Erik Camos - Mi chiedo quali siano i tempi tecnici necessari per procedere ad un’operazione di questo tipo, o forse sarebbe più giusto definirlo un gesto di carità umana. Non mi interessa approfondire i dettagli, sapere di chi sia la responsabilità, o sapere chi fosse l’uomo (di cui nella deliberazione sono indicate solo le iniziali T.M., ndr). Non è comunque determinante. Quello che è chiaro è che tra chi ci governa regna la più totale confusione. Non è che la cifra stanziata dal Comune per i funerali è troppo bassa?».

«Come è noto, in questi casi la prassi è che, se nessuno dei famigliari si accolla le spese del funerale, l’onere spetta al Comune. - ha replicato in Consiglio l’assessore ai Servizi sociali Maura Susanna - Il problema è che delle 4 ditte di onoranze funebri contattate, nessuno ci ha risposto. Non ci siamo dimenticati di nessuno. La somma di 1.500 euro era quella già spesa purtroppo l’anno scorso per 3 volte in analoghe circostanze. Non è la prima volta che accade, tra il decesso e la ricerca dei famigliari che come in questo caso non vivono più in paese a volte possono trascorrere alcuni mesi. E’ chiaro che ora cercheremo di risolvere al più presto la vicenda».

Bagni pubblici, si chiede

di riaprirne alcuni

Altro tema particolare, seppure di tenore decisamente diverso, emerso sempre mercoledì scorso in Consiglio, è quella relativo ai bagni pubblici, oggetto di un’altra interpellanza sempre da parte di Erik Camos. «Nell’ultimo Consiglio, un mese fa, avevamo appreso dal sindaco Francesco Favre che tutti i bagni pubblici sono tuttora chiusi. - afferma il consigliere - Se consideriamo che, a causa dell’emergenza Covid, al momento sono chiusi anche tutti quelli di bar e ristoranti, diventa evidente che ciò costituisce un bel problema. Abbiamo proposto ad esempio di installare provvisoriamente alcuni bagni chimici. E’ una questione di ordine sanitario e sta diventando sempre più grave; la gente infatti si arrangia come può...».

La consigliera Giacinta Merlin ha proposto, almeno nei giorni di mercato, di aprire i bagni del Municipio. «Potrebbe essere una soluzione. - ha affermato l’esponente di “Saint-Vincent Insieme per Cambiare” - Gli ingressi sarebbero controllati e i bagni alla sera verrebbero chiusi».

«Siamo consci del fatto che quella dei bagni sia una problematica molto sentita e ci stiamo organizzando - ha replicato il sindaco Francesco Favre - però garantire un utilizzo di queste strutture in piena sicurezza non è semplice. Di certo non andremo a riaprire tutti i bagni pubblici, contiamo di aprire appena possibile quelli di piazza Zerbion e di piazza Cavalieri».

Approvata una mozione

sull’ex tiro a volo

Una mozione sul recupero dell’ex area del tiro a volo in località Piole è stata presentata da Maurizio Castiglioni. «Dobbiamo approfittare dell’arrivo dei fondi europei previsti nel Piano nazionale di resilienza per dare finalmente una svolta a una questione annosa. - si è raccomandato Castiglioni - Un’opportunità sarebbe destinare l’area a fini sanitari, portando avanti una tradizione legata alla salute che da sempre contraddistingue la nostra realtà». La mozione è stata accolta con un emendamento da parte della maggioranza che prevede di ampliare i fini di destinazione dell’area che dovrebbe essere soggetta a recupero.

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