“A Scuola dalla Foresta” con l’AlbeRonnolo: la fantasia per evadere dalle paure dell’emergenza sanitaria
Si è concretizzato il progetto pilota “A Scuola dalla Foresta”, che era stato concordato alla fine dello scorso febbraio tra le maestre Patrizia Bérard e Vanna Antonioli della scuola primaria di Charvensod capoluogo e l’educatore ambientale ed erpetologo Ronni Bessi. Durante quella riunione si scelse un differente percorso per fare conoscere ai bambini delle prime tre classi gli alberi, gli animali e le loro complesse relazioni con gli esseri umani dall’antichità fino ai giorni nostri, tenuto anche conto di come da più di un anno ormai gli alunni si siano trovati a vivere in un contesto condizionato dalla pandemia.
Si decise allora di privilegiare l’aspetto animistico e fiabesco quale supporto collegante i vari elementi che sarebbero stati affrontati. La fiabazione è una modalità di approccio e di sviluppo a determinate problematiche, già testata da anni per la sua efficacia, che può essere adattata anche in contesti didattici ed educativi, e che i bambini comprendono bene per il suo magico linguaggio stimolante e aperto alla fantasia creativa, con la quale si apprende divertendosi. Fu individuato quale personaggio trainante il percorso “A Scuola dalla Foresta”, in varie tappe strutturato, lo Spirito protettivo della stessa, che in tutte le società ancestrali anche in Europa fu presente culturalmente e che lo è ancora oggi in certe aree del mondo non raggiunte se non marginalmente da quello che un tempo sarebbe stato chiamato progresso o civiltà industriale.
Sin dalla loro prima uscita all’inizio di marzo i bambini hanno incontrato nella foresta uno strano essere mutaforme - con differenti sembianze ogni volta, ma sempre con caratteristiche silvestri - chiamato Ronnolo, che si è subito presentato come l’ottavo nano che era stato scacciato dai più noti sette nani della famosa fiaba di Biancaneve, in quanto troppo alto! Il personaggio in questione si è caratterizzato ai loro occhi nell’impersonare lo Spirito della foresta di Charvensod, di età imprecisata e con una memoria non proprio lucida, grazie alla quale i bambini in questione potevano intervenire da comprimari per colmarne le lacune. Ha narrato di quanto un tempo la foresta ovunque fosse considerata una Madre dai nostri antenati e sicuro riparo nei periodi di pericolo, e di come i suoi figli animali fossero sacri a quegli umani per le loro caratteristiche. Nel secondo appuntamento lo Spirito aveva ben tre maschere sulla sua faccia, una sull’altra, come se una strana matrioska. Infine venerdì 9 aprile si è “evoluto” nel primo uomo pianta valdostano, l’AlbeRonnolo.
«È la terza volta che i nostri alunni incontrano Ronni Bessi sotto forma di Spirito della Foresta di Charvensod. - racconta la maestra Patrizia Bérard - Nei primi due incontri, lo abbiamo scoperto per caso durante le nostre passeggiate ma nel terzo l’appuntamento era programmato e gli alunni non stavano più nella pelle dall’emozione. Alcuni bambini lo hanno scoperto lungo il tragitto della nostra passeggiata, così ben nascosto che i miei occhi di adulto non lo avevano visto. Non era certo facile individuarlo poiché era vestito da pianta e si mimetizzava benissimo. Gli alunni sono stati letteralmente catturati da questo nuovo personaggio: l’Uomo-Albero, per di più inizialmente con le sue radici/piedi in un vaso. Tutto ciò che lo Spirito della Foresta ci comunica diventa prezioso come l’oro e tutte le storie che condivide con noi non si possono dimenticare. Anche per noi adulti è molto gratificante condividere un momento di pura magia e mistero con i nostri alunni. Per di più in questo periodo di incertezze, i bambini hanno un grande bisogno di far uso della fantasia per dimenticare le quotidiane difficoltà e vivere la propria infanzia in modo genuino».