L’allarme dei sindacati: “L’ospedale è paralizzato”

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«L'Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta si trova paralizzato, stravolto nell'organizzazione e sacrificato per la terza volta permettendo le cure solo ai pazienti che necessitano di ricovero per patologie urgenti o non differibili. Sembra di assistere alla via crucis della sanità ospedaliera». E' l'allarme lanciato mercoledì scorso, 14 aprile, dai sindacati della dirigenza medica e sanitaria ospedaliera Aaroi-Emac, Anaao-Assomed, Cimo, Fp-Cgil Medici, Fassid e Fvm. «A causa delle mancate assunzioni per la poca attrattività, - spiegano in una nota - i continui trasferimenti di colleghi bravi e stimati presso altre regioni o strutture, oltre ai numerosi pensionamenti in corso da anni, sono venuti meno tutti gli elementi fondamentali per mantenere i livelli di cura al passo con il progresso scientifico e tecnologico. L'emergenza pandemica ha messo chiaramente a nudo i limiti del nostro Sistema Sanitario Nazionale e Regionale dovuti soprattutto a scelte fallimentari di decisori politici e aziendali che hanno operato solo una generale e indiscriminata riduzione delle risorse disponibili, senza una visione progettuale per la crescita».

«La salute pubblica non può essere soltanto “Covid e vaccini”. - rimarcano i sindacati - A forza di dedicare energie e investimenti solo all’emergenza, il risultato è che da ben un anno i pazienti non-Covid - e tra questi coloro con patologie non urgenti ma da trattare anche chirurgicamente e in tempi accettabili per evitare l’insorgenza di complicazioni legate alla lunga attesa - hanno subito parecchi e prolungati disagi e rinvii delle cure. E gli effetti di tali disparità si vedranno purtroppo per molti anni a venire. Le organizzazioni sindacali dei dirigenti medici e sanitari ospedalieri, oramai disperate, auspicano per un cambio di passo. Nuovo Ospedale, nuovi investimenti, nuovi tavoli di contrattazione per la creazione di un polo di alto livello, nuove strategie dirigenziali da parte della Direzione aziendale saranno le sfide dei prossimi mesi. E’ notizia dei giorni scorsi la sigla di un accordo per accogliere i medici di medicina generale e territoriale ad effettuare l’attività vaccinale presso gli Hub regionali. I colleghi del territorio, rendendo capillare la promozione del vaccino, potranno diventare gli attori protagonisti della campagna vaccinale. Una loro massiccia adesione potrebbe dare impulso al cambio di passo negli attuali ritmi di vaccinazione e nell’utilizzo delle dosi assegnate: ciò potrà consentire agli specialisti ospedalieri di non essere precettati per vaccinare la popolazione ma di restare dedicati alle attività di cura ospedaliere Covid e a tutte le attività non Covid che sono state invece forzatamente ridotte o sospese da oramai più di un anno».

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