«Caro pedaggi», il tema all’attenzione dei vertici delle società autostradali

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La politica tariffaria delle autostrade valdostane, tristemente note per il «caro pedaggi», è tornata d’attualità nelle ultime settimane in seguito agli incontri dell’assessore alle Società partecipate Luciano Caveri (foto) con i vertici delle concessionarie. L’occasione è stata fornita dalla convocazione delle assemblee e dal rinnovo dei consigli di amministrazione.

Per quanto riguarda la Sav - che gestisce il tratto compreso tra Aosta e Quincinetto - «Ho avuto la conferma che le nostre quote di minoranza non ci danno peso. Ho rivendicato la presidenza come è stato per decenni, il socio di maggioranza Gavio invece ha ottenuto la conferma del proprio esponente». La Giunta regionale - nella seduta di martedì 30 marzo - aveva nominato in qualità di rappresentanti della Regione Edy Cheney e Martina Biava, riconfermando Albert Joseph Betemps. Alla presidenza vi è ancora Piero Paolantoni, vice presidente Daniela Gavio, gli altri consiglieri sono il valdostano Luca Zuccolotto, Angelo Rossini, Luigi Bomarsi e Federico Caniggia.

«Ci è stato illustrato il piano investimenti fino al 2025, si parla di 184 milioni di euro. Il sistema autostradale valdostano nel suo complesso, dunque anche con Sav, resta una nostra priorità sia in termini di sicurezza per gli utenti, che per la ricerca di ulteriori soluzioni tariffarie per i valdostani che rendano possibile un uso abbordabile dell'autostrada» ribadisce Caveri.

Decisamente più tranquilla l’assemblea Rav, dove alla Presidenza è stato confermato il valdostano Paolo Vietti mentre i 2 nuovi consiglieri di amministrazione di parte regionale sono Ludovica Gambardella e Marco Linty. «Manteniamo un’interlocuzione con Autostrade ai massimi livelli per capire a fondo, in un momento di dialogo da parte dello Stato su una possibile acquisizione pubblica del Gruppo, quale può essere il destino dell’autostrada del Monte Bianco, il cui azionista principale è il Traforo del Monte Bianco». E proprio quest’ultimo invece è il nervo scoperto. Venerdì scorso, 9 aprile, all’assemblea della Sitmb-Società italiana del Traforo del Monte Bianco Luciano Caveri ha rilevato che «Durante la pandemia si sarebbe potuta fare una parte dei lavori di messa in sicurezza e su questi stessi lavori in prospettiva servono certezze tecniche e tempistiche concordate per non bloccare un’arteria strategica in campo europeo». «Stessa chiarezza - aggiunge l’Assessore - dobbiamo averla sul futuro della compagine azionaria di Autostrade. Il prospettato raddoppio, con un traforo monotubo esistente su cui svolgere lavori a singhiozzo da qui al 2030, non è la soluzione, peraltro bocciata dallo stesso presidente Emmanuel Macron. Siamo disponibili con le autorità nazionali e francesi a valutare soluzioni future più moderne».

«L’assemblea però è stata monopolizzata dallo scontro - verificatosi anche in Tribunale - fra Autostrade e Anas» conclude Luciano Caveri, che non avendo ricevuto risposte sulle questioni sollevate, si è astenuto sul Bilancio.

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