“Dio è più forte della morte, non abbandona i suoi figli”
«Dio è più forte del male e della morte. Come non ha abbandonato il suo Cristo, così Dio non abbandona i suoi figli». Le parole del vescovo monsignor Franco Lovignana sono risuonate cariche di significato durante l’omelia di domenica scorsa, 4 aprile, durante la solenne Messa di Pasqua. «Anche quest’anno celebriamo la Pasqua con il cuore pesante. - ha detto monsignor Franco Lovignana - Eppure la Liturgia ci invita a fare festa perché Cristo è risorto. Non si tratta di una festa sguaiata che dimentica la sofferenza e le preoccupazioni. Al contrario, la festa cristiana le assume per portarle davanti al Signore nella preghiera e nella carità operosa. Celebrare la Pasqua è riconoscere la bontà di Dio che ci accompagna durante il pellegrinaggio terreno e ci accoglie al momento della morte. Il suo amore è per sempre. Quando la nostra vita si stacca dall’albero, le mani onnipotenti e misericordiose di Dio ci raccolgono come frutto maturo e non ci lasciano cadere nel nulla».
«Non è evidente oggi, in tempo di pandemia e di povertà crescente, che Dio cammini con noi, che ascolti le nostre suppliche. - ha proseguito il Vescovo - Eppure la risurrezione di Cristo è un segno forte di speranza. Anche oggi possiamo sperare e lavorare tutti insieme per rinascere. La morte, umanamente carica di lacrime, diventa annuncio di vita, perché la luce pasquale di Gesù, primo dei risorti, squarcia il lutto e comunica una certezza: anche noi risorgeremo!». «E’ bello per noi - ha concluso monsignor Franco Lovignana - poter pensare che la nostra carità operosa sia segno della potente mano di Dio. Rinnoviamo la fede, facendola viva nella speranza e operosa nella carità».