Sognare di diventare maestri di sci nell’epoca della pandemia: le emozioni dei ragazzi che hanno superato le selezioni regionali

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Per alcuni sarà la professione della vita, magari percorrendo le varie tappe della carriera, da maestro di sci ad allenatore di club a istruttore dei futuri maestri. Per altri sarà una sorta di “secondo lavoro” per guadagnare qualcosa durante gli studi o per arrotondare lo stipendio del lavoro principale.

Per tutti, però, è il coronamento di un percorso che, partito a 6 anni con l’iscrizione ai rispettivi Sci Club, ha fatto da un lato salire la passione e dall’altro è costato sacrifici per dover conciliare allenamenti e gare con le lezioni scolastiche. È terminata giovedì scorso, 25 marzo, la selezione per accedere al 47esimo corso regionale di formazione dei maestri di sci alpino intitolato a Remo Busca, che prevede 100 giornate di teoria e pratica tra la prossima estate e l’inverno 2021/2022, con tirocinio a Natale ed esame finale a fine aprile dell’anno prossimo. Al termine dei 3 giorni di selezione sulle piste di Courmayeur, sono stati 29 i candidati ad aver passato gli esami, ovvero Federico Gera, Allegra Magnetti, Fiore Lisa Picchiottino, Ludovica Olgiati, Sofia Carrel, Stephane Béthaz, Jacopo Alasonatti, Alessandro Arnaldi, Gaia Spinella, Tommaso Francesco Perroni, Lorenzo Moschini, Niccolò Cappuccio, Nil Garin, Stephane Berthod, Giulia Raiteri, Sara Spinella, Etienne Boniface, Luca Bussani, Peter Bieller, Matteo Orsières, Benedetta Giordani, Federico Muzzini, Michael Tedde, Alfredo Marenzana, Gilles Vacquin, Elia Facchini, Aleandro Arnaud, Stephan Coccoz e Francesca Battaglia. All’inizio di marzo, invece, si era conclusa la selezione 2020, chiaramente condizionata dalla pandemia, che aveva ammesso al corso Alessandro Péaquin, Valentina Freppaz, Camilla Dooms, Jean-Marc Bastrentaz, Arianna Calaba, Martina Carrel, Davide Polesel, Simona Ceretto Castigliano, Alberto Gerosa, Ilaria Mareliati, Filippo Malabaila, Niccolò Lanfranco, David Priod, Melanie Pallai, Gabriele Belotti, Hervé Donnet, Matvei Lomovskikh, Nicolò Pigliacelli, Raphael Fusinaz, Lorenzo Varese, Giacomo Gerosa, Thierry Grivel, Eva Capucci, Margherita Aglietta, Silvie Carrel, Marta Pession, Alessandro Forcina Barbero, Federico Codini e Federica Carbonatto.

Sempre a Courmayeur giovedì 25 marzo si è conclusa anche la selezione che ha dato accesso al decimo corso regionale di formazione snowboard a 11 candidati. Inizieranno il percorso di formazione Jamie Lee Castello, Rebecca Quagliato, Matteo Zilio, Gabriel Anselmet, Mattia Boccolini, Nicola Chanoux, Davide Di Ianni, Nico Giuntoli Vercellin, Milco De Feo, Andrea Vairetto e Nathan Floccari.

Alcuni di questi ragazzi si sono raccontati a La Vallée Notizie. Fiore Lisa Picchiottino, 20 anni di Courmayeur, studia Fashion e Design all’Università di Milano e torna nella sua regione nei fine settimana durante le vacanze. Lo sci è nel dna familiare, poiché il padre Rudy è direttore tecnico dello Sci Club Courmayeur e il nonno Osvaldo fu azzurro dello sci alpino, campione italiano in slalom nel 1961 e allenatore della nazionale femminile. Lei ha sempre sciato fin da bambina, anche per passione. “Ho trovato le prove difficili, tanto che ho partecipato a entrambe le selezioni a distanza di 15 giorni, quella del 2020 rinviata a causa del Covid, e quella del 2021”, racconta Fiore. “La prima volta ero preoccupata per un infortunio avuto al ginocchio durante una gara, la seconda perché sapevo le difficoltà verso le quali andavo incontro. Lo sci sarà il mio secondo lavoro, ho altri progetti in mente, ma resto molto legata a questo sport”.

“La mia idea era di chiudere il cerchio e concludere un percorso, che avevo già tentato a 18 anni ma al quale, per via di un infortunio, avevo dovuto rinunciare saltando l’anno. E’ un punto d’arrivo sportivo, non è detto che possa essere una professione per il futuro”, spiega Hervé Donnet, 22 anni di La Salle, al terzo anno della facoltà di Lingue e Comunicazione per le imprese e il turismo dell’Università della Valle d’Aosta. Ha sciato nello Sci Club Crammont di Pré-Saint-Didier, invogliato da uno zio maestro di sci, e la passione è nata in fretta. “Frequentare il club dà una marcia in più, aiutando a compiere un lavoro specifico in vista della selezione che è un vero e proprio esame: in pochi attimi devi dare il meglio di te. Non sono prove facili, tanto che siamo passati solo in 29 su 77. Non mi spiacerebbe diventare anche allenatore di club, in modo da lavorare in questo contesto tutto l’anno”.

Dopo la rottura del crociato nel 2018 Marta Pession, 20 anni di Valtournenche, è stata incerta se proseguire la sua carriera sulle piste: aveva calzato gli sci per la prima volta a 6 per poi decidere di lasciare l’agonismo per dedicarsi agli allenamenti per la selezione. Questa sofferta decisione è dipesa anche dalla morte del suo allenatore Bruno Seletto, scomparso proprio 2 anni fa. Vorrebbe svolgere il lavoro di maestra di sci a tempo pieno, almeno per i primi anni: poi solo nei fine settimana e nelle vacanze, qualora trovasse un lavoro più stabile. “Mi è sempre piaciuto stare all’aperto e conoscere gente nuova, ora vorrei provare l’emozione di insegnare, soprattutto ai bambini”, dichiara Marta Pession.

Gaia Spinella, 19 anni di Saint-Vincent si è iscritta a 6 anni allo Sci Club Chamolé di Charvensod e in settimana ha gareggiato ai Campionati Italiani Giovani di Santa Caterina Valfurva. Pur volendo proseguire gli studi all’Università, forse in Fisioterapia, non vorrebbe lasciare il mondo dello sci che le è sempre piaciuto e che è riuscita a far conciliare con gli studi al Liceo di Scienze Applicate di Aosta, anche a costo di tanti sacrifici. Vede tuttavia quello di maestro di sci come un secondo lavoro. “Alle prove per accedere al corso bisogna prepararsi bene, non sono per niente banali; bisogna saper gestire anche l’ansia e la tensione”, precisa Gaia Spinella.

Stephane Béthaz, 19 anni di Gressan, è tesserato per lo Ski Club Pila da quando aveva 11 anni: è sempre stato più orientato all’agonismo ma vede, d’accordo con i genitori Ezio e Nicoletta, il titolo di maestro come la conclusione di un percorso: “Le gare sono importanti, ma diventare maestro dà una soddisfazione più concreta e tangibile. Non penso che sarà la mia occupazione principale in futuro, sicuramente nell’immediato un lavoro da affiancare ai miei studi. Ora sono al quinto anno del Liceo di Scienze Applicate e sicuramente proseguirò all’università. Vorrei continuare anche l’attività agonistica, potendo concludere l’intero percorso per arrivare all’esame finale da maestro in 2 anni”. Delle prove superate per accedere al corso ricorda la tensione del momento in cui si scende da soli e in cui “Gli istruttori guardano solo te”.

Stephane Berthod, 18 anni di Quart, frequenta il quinto anno del Liceo Scientifico di Aosta. Ha iniziato a sciare a 3 anni, ma fino a 10 ha frequentato solo la Scuola di Sci, poiché non era interessato all’agonismo. Poi invece è entrato nelle squadre dello Ski Club Pila di Gressan. Ora intende proseguire gli studi all’università e vede il lavoro di maestro come “Un sostegno economico agli studi, non come una carriera lavorativa”.

Lorenzo Moschini, 23 anni di Brescia e trasferitosi nel settembre dell’anno scorso a Courmayeur dopo l’arruolamento nel Centro Sportivo Esercito, ha iniziato a sciare a 3 anni, fino alla nazionale e - infine - all’approdo al Cse. “Penso che la mia passione per lo sci e ora questo percorso per diventare maestro possano darmi un valore aggiunto per migliorare il mio livello tecnico. - dice Lorenzo Moschini - Quando non sarò più atleta nell’Esercito vorrei esercitare l’insegnamento a tempo pieno. Le 3 prove della selezione sono di livello elevato e comportano un grande impegno”.

A 2 anni e mezzo ha iniziato prima a sciare, solo dopo a camminare: Peter Bieller, 20 anni di Brusson e tuttora tesserato per lo Sci Club Val d’Ayas, è agonista a tempo pieno e vorrebbe percorrere tutta la carriera anche nell’insegnamento: da maestro ad allenatore per poi diventare istruttore nazionale dei futuri maestri. “La selezione è stata una tappa nel mio percorso di agonista - commenta Peter Bieller - che non ha trovato le prove particolarmente difficili, anche perché le condizioni della neve erano perfette e gli istruttori competenti e corretti”.

Camilla Dooms, 19 anni di Derby di La Salle, ha iniziato a sciare a 4 anni per poi entrare a 10 nel Crammont di Pré-Saint-Didier. “La selezione per diventare maestra è un traguardo che ho sempre desiderato raggiungere, anche a costo di grandi sacrifici per conciliare gli allenamenti con lo studio al Liceo Scientifico. - racconta Camilla Dooms - Sono contenta di aver portato avanti studi impegnativi senza mollare quella che a tutti gli effetti è la mia passione. Da settembre frequenterò la facoltà di Scienze Motorie a Torino, per poi dedicarmi all’insegnamento dello sci a tempo pieno, col sogno di diventare allenatrice di club”.

Passione e storia familiare hanno spinto verso la professione di maestra di sci Martina Carrel, 20 anni di Pré-Saint-Didier, che ha iniziato nel Crammont dove il padre Lorenzo è allenatore. “Sono al secondo anno di Psicologia ad Aosta e vorrei concludere i miei studi. - precisa Martina Carrel - Fare la maestra di sci sarebbe un secondo lavoro a sostegno dei miei studi e, in un secondo momento, della mia professione. La selezione mi ha dato molta ansia ma, se sei preparata, sono prove fattibili; pensavo che fossero più difficili”.

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