“Quanta morte, quanta sofferenza, quanta povertà La Pasqua dice che Dio non si è allontanato da noi”
Come di consueto, pubblichiamo il messaggio del vescovo monsignor Franco Lovignana in occasione della Santa Pasqua, la seconda vissuta in questi difficili tempi di pandemia.
«Cari fratelli e sorelle, torna la Pasqua: Gesù è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione. Dio ci ha amati fino al punto di dare suo Figlio perché il grande ostacolo del peccato venisse rimosso e l'umanità non fosse più isolata da Dio, ma potesse liberamente e filialmente comunicare con Lui.
Il peccato è come una frana o una valanga che cade sulle nostre strade di montagna: la comunicazione si interrompe e chi è al di là rimane tagliato fuori. Gesù morendo sulla croce e risorgendo da morte ha rimosso l'ostacolo, ha riaperto la comunicazione tra la terra e il Cielo. È un messaggio di vita e di speranza anche per questo tempo difficile e faticoso della pandemia. Quanta morte, quanta sofferenza, quanta povertà! Pasqua dice che Dio non si è allontanato da noi. Rimane presente e vicino. La sofferenza dell'umanità è raccolta nella sofferenza di Gesù Cristo che continua ad accompagnare i passi faticosi e dolenti di ogni uomo.
Per noi discepoli del Risorto, Pasqua è invito ad accogliere la grazia del Signore che ci raggiunge attraverso la fede e i Sacramenti pasquali del Perdono dei peccati e dell'Eucaristia. La grazia pasquale è come il sole e la pioggia della primavera che risvegliano la terra e le donano nuova vita!
E questo tempo? Siamo chiamati ad essere sole e pioggia di primavera per gli altri. Prendiamo coscienza che a volte le parole umane dell'annuncio della risurrezione di Gesù paiono logore. In realtà non lo sono se dietro c'è una vita ardente di fede e di amore, se dentro alle parole c'è il fuoco dello Spirito e del dono. Preghiera e carità danno verità alle parole dell'annuncio. Intercedere e testimoniare sono atti pasquali che siamo chiamati a compiere in questo tempo sospeso che pare non avere fine. Preghiamo per tutti davanti al Signore. Compiamo gesti di risurrezione per tutti coloro che ne hanno bisogno. Ci sono gesti grandi, alcuni eroici, nell'ambito dell'impegno sociale e sanitario. Penso agli operatori sanitari, ma anche a chi per volontariato, per professione o per incarico politico è chiamato a occuparsi della vita e del lavoro di altri e del bene di tutti. Ci sono anche gesti piccoli e quotidiani che possono far passare dalla morte alla vita, gesti che ognuno può fare, che ogni famiglia può compiere. Penso alla condivisione della spesa, alla compagnia donata a chi è solo, all'aiuto offerto a chi deve affrontare una situazione di disagio, sbrigare una pratica, sostenere una visita medica. A volte sono gesti di risurrezione anche solo una parola, una telefonata, un sorriso. Mi piace pensare che la Risurrezione di Gesù si riverberi così nel mondo, attraverso la fede operosa dei suoi discepoli! Buona e Santa Pasqua!».