Il mondo agricolo in attesa dei soldi del Psr per finanziare le domande di investimento
Nel pieno della crisi più grave dal Dopoguerra a oggi, mentre la campagna vaccinale è entrata nella sua fase decisiva, i prossimi mesi saranno fondamentali per la ripartenza dell’economia in tutti settori, agricoltura compresa. Con la programmazione del Psr 2014/2020 appena conclusa - e in attesa che venga definita la ripartizione delle risorse per la fase di proroga relativa alle annualità 2021 e 2022 - la “macchina” rischia però di trovarsi al momento di accelerare con pochissima benzina rimasta nel motore.
Significativa è in questo senso la situazione relativa alle domande di contributo per gli investimenti nelle aziende agricole nell’ambito della misura 4.1.1 del Psr 2014/2020. Ne sono state presentate ben 157, con una richiesta economica complessiva di 7 milioni 800mila euro. Peccato che la dotazione finanziaria del bando - la “benzina nel motore”, appunto - ammonti al momento a soli 2 milioni di euro.
In seguito a «numerose segnalazioni da parte di aziende che verranno escluse dalla misura in quanto non sarebbero sufficienti i fondi stanziati», i consiglieri regionali della Lega Vallée d’Aoste Dino Planaz e Simone Perron hanno presentato un’interrogazione in Consiglio Valle che è stata discussa durante la seduta di mercoledì scorso, 24 marzo.
«La programmazione 2021/2022 non sarà un nuovo Psr ma semplicemente la proroga di quello in corso mentre il nuovo Psr partirà dal 2023. - ha chiarito l’assessore regionale all’Agricoltura Davide Sapinet - Abbiamo pubblicato il 9 marzo scorso sul sito internet della Regione i dati relativi alle domande a valere sulla misura 4.1.1 del Psr al fine di fornire una prima indicazione sulle effettive possibilità di finanziamento. E’ importante precisare che la dotazione finanziaria di 2 milioni di euro è quella a disposizione attualmente ed è determinata dalla disponibilità residua di spesa sulla programmazione del Psr 2014-2020, una programmazione che adesso è conclusa. Attualmente sono ancora in corso le trattative legate ai criteri da considerare in relazione al riparto economico per il prossimo biennio, trattative che purtroppo proseguono da 2 mesi tra le varie regioni italiane all’interno delle quali si sono creati 2 blocchi contrapposti: uno di 6 regioni prevalentemente del sud (Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, Umbria e Basilicata) che intendono mantenere invariati i criteri; dall’altra le altre regioni, tra cui noi, che chiediamo una revisione dei criteri anche in base alla capacità di spesa che ogni regione ha. Noi ne saremmo avvantaggiati in quanto siamo la terza regione per capacità di spesa».
«Attualmente delle 157 domande presentate, 15 non sono ammissibili per mancanza dei requisiti, 1 ha rinunciato, e 80 hanno eseguito l’istruttoria e sono completamente ammissibili. Altre 61 domande sono state sottoposte solo alla prima parte dell’istruttoria sulla verifica dei punteggi e l’altra parte verrà fatta a breve. - ha snocciolato l’assessore Davide Sapinet - Pertanto la graduatoria provvisoria pubblicata fornisce indicazioni esclusivamente sulla base dei punteggi conseguiti dalle offerte pervenute. A istruttoria terminata, con questi fondi potrà essere ammessa indicativamente una ventina di domande. Però, lo ripeto, nel corso dell’anno dovrebbero poi arrivare le risorse aggiuntive del Psr 2021/2022. Inoltre molto probabilmente, grazie a economie di spesa conseguite sulle restanti misure, si potrebbero finanziare ulteriori domande già in questa fase».
E’ quindi decisivo che la trattativa tra Regioni si concluda al più presto in modo da avere subito a disposizione le nuove risorse.
«Gli scenari al momento sono 2. - ha spiegato l’assessore Davide Sapinet - O il mantenimento dell’attuale riparto dello 0,63 per cento oppure un aumento della nostra quota come abbiamo chiesto con l’approvazione di 14 Regioni del centro-nord. In entrambi i casi sarà possibile riprendere la graduatoria 4.1.1 da dove è stata interrotta e congiuntamente proporre altre misure alternative che potranno avere impatto positivo sul territorio. Per andare nello specifico delle tempistiche, tra 20 giorni il Ministro delibererà in merito, dopodiché le Regioni avranno 5 giorni per chiedere modifiche e poi ripartirà un iter che si concluderà al massimo entro giugno. Quindi entro quel mese la procedura, che sicuramente si è protratta più a lungo del previsto, sarà finalmente conclusa».
«Molte aziende hanno interesse a investire, a modernizzare la loro attività, ma hanno bisogno di certezze. - ha sottolineato Dino Planaz - Capiamo le difficoltà dovute alla pandemia ma gli agricoltori devono continuare a lavorare e a volte le necessità sono urgenti. A chi ha intenzione di investire servono risposte puntuali e rapide».