«Che delusione vedere che lo Stato italiano calpesta la dignità dei lavoratori e spreca i soldi dei contribuenti»

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Egregio Presidente Draghi,

Sono Marta, una donna, una madre, una moglie e non da ultimo un’imprenditrice o, come ci si definisce di questi tempi, una “Partita Iva”. Le scrivo solo per esprimere la profonda amarezza, lo sdegno ma soprattutto l’estrema sfiducia nei confronti di ogni singola Istituzione (che percepisce tutti i fondi dei contribuenti, frutto di sacrifici di chi lavora onestamente e, invece di investirli in beni o opere, li sperpera in ogni dove, privando i cittadini di ogni servizio necessario, come se quei denari non avessero valore alcuno) di questo fantastico paese che è l’Italia.

Scrivo per sottolineare il disgusto che ogni giorno si prova, nel vedere le nostre bellissime città, i nostri piccoli borghi - invidiati peraltro da tutto il mondo… - dimenticati, abbandonati, le nostre antiche stazioni ferroviarie, i nostri parchi, ora ridotti al degrado più totale, sommersi da criminali, e delinquenti di ogni genere, impadroniti della nostra libertà, liberi… loro di delinquere a cielo aperto costringendo i nostri anziani e i nostri bambini ad evitare di frequentare le aree verdi, di sedersi sulle panchine, di passeggiare in tranquillità.

Le esprimo profondo sconforto da quanto emerso nell’ultimo Decreto Sostegni firmato, che non solo non “sostiene” alcuna famiglia né imprenditore ma ne mina profondamente l’orgoglio e la dignità.

La nostra dignità, quella di ogni lavoratore onesto, quella di chiunque che, come me, si alza al mattino e nella propria attività ci mette davvero tutto: prepara, organizza, pulisce, accoglie, consiglia… e lo fa ogni ora di ogni giorno di tutto l’anno, sottraendo momenti di vita alla famiglia, ai figli e… a se stesso.

Quanta profonda amarezza nel vedere il nostro Paese in balìa di illegalità, svogliatezza, con uno Stato che premia pigrizia e incompetenza e “massacra” impegno e volontà. Quanta mancanza di rispetto.

Il rispetto, quello per i nostri nonni e i nostri padri, lavoratori, uniti per costruire un Paese solido, e sicuro. A fronte dell’Italia di oggi e purtroppo di ogni istituzione, resta solo, nelle notti insonni, una profonda delusione. Mi auguro davvero che il domani, quello che avremmo voluto costruire tutti noi, possa essere, forse, un altro nuovo obiettivo da raggiungere o almeno, per i nostri figli, una possibilità. Signor Presidente, in questo durissimo momento Lei ha il potere e il dovere di fare qualcosa, per tutti i cittadini che in questo splendido Paese ci credono. Termino qui sperando di aver creato un momento se non per risolvere, quanto meno per riflettere.

Una cittadina e contribuente italiana.

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