«Con i tamponi a pagamento si rischia che chi è povero eviti il test»
Mercoledì scorso, 10 marzo, ho sottoposto al numero verde indicato sul portale della Regione "Emergenza Covid" due semplici domande. La prima: “Come fare per essere sottoposto a tampone per accertare se eventualmente fossi positivo?”. La risposta “Può andare in farmacia a pagamento”. E se fossi in condizioni di indigenza? Il servizio comunque è sempre a pagamento anche attraverso il servizio sanitario. A questo punto non faccio il tampone ma rischio di infettare altre persone. La risposta è stata “Effettivamente è così”.
La seconda questione sollevata riguardava il vaccino. La mia domanda è stata: “Quando verrò sottoposto alla vaccinazione?”.
La risposta (premesso che “Non dipende da noi”) è stata: "Secondo il piano vaccini le persone (ad eccezione di alcune categorie) vengono chiamate in ordine di età".
Non è così (dico io), ho un amico che risiede ad Aosta ed è del 1965. il 23 febbraio ci siamo sentiti su WhatsApp e mi dice “Ho appena fatto il vaccino”. Chiedo: “Come mai?”. Mi risponde “Mi hanno chiamato al telefono per sapere se volevo fare il vaccino, ho detto di sì e mi hanno fatto il vaccino”.
Il Servizio sanitario è interessato alla ricerca dei positivi per evitare l'incremento degli infetti e permettere il rientro nella normalità per tutte le persone che soffrono per le condizioni economiche? Sono rimasto senza parole.