Un romanzo giallo ambientato in Valle d’Aosta

Un romanzo giallo ambientato in Valle d’Aosta
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Le piste da sci della Valle d’Aosta sono il teatro dell’omicidio attorno al quale ruota la trama dell’ultimo romanzo del torinese Guido Airoldi, intitolato “Il pianoforte nella neve” (Neos Edizioni, 112 pagine - 14 euro). Protagonisti del racconto sono 7 ragazzi di buona famiglia, compagni al liceo, ora matricole universitarie, che si ritrovano per trascorrere le vacanze invernali a Champoluc. Durante una discesa sugli sci, si perdono nella nebbia e solo 6 di loro riescono a fare ritorno. Il giorno dopo, il cadavere semisepolto dalla neve della ragazza che non era rientrata alla baita dove soggiornava con gli amici - e nella quale il proprietario ha fatto portare un pianoforte con cui suona magistralmente brani di musica classica - viene ritrovato con un profondo taglio a un polso. Un incidente che non convince nessuno e che innesca un’indagine che porta alla luce gelosie e rancori. Guido Airoldi, 84 anni, si è laureato al Politecnico di Torino. Ha svolto per parecchi anni la sua attività nell’industria petrolifera e successivamente ha lavorato come consulente tecnico-organizzativo e per la qualità. Nel romanzo si nota che l’autore conosce bene la Valle d’Aosta, dato che descrive e cita con precisione diverse località. «Sono stato a sciare in Valle d'Aosta fin da ragazzo, quando andavo a La Thuile. - rivela Guido Airoldi - Ho frequentato tutte le principali stazioni sciistiche della vostra regione, in particolare in Valle d'Ayas il comprensorio del Monterosa Ski. Non ho mai posseduto una seconda casa in Valle d’Aosta, però spesso ne ho affittata una in Val d’Ayas dove ho compiuto anche numerose escursioni estive così come a Champorcher, Cogne e Valtournenche». Guido Airoldi aggiunge che «Mi è perciò venuto spontaneo raccontare la storia di un gruppo di amici che vanno in vacanza per sciare in Valle d'Ayas dove, appunto, conosco perfettamente le piste. Come si è nata l’idea di raccontare questa storia è difficile da dire. Forse perché amo molto la musica e la montagna d'inverno e ho trovato il modo di associare queste mie passioni, sviluppando nelle stesso tempo il tema della difficoltà di conservare l'amicizia quando succedono disgrazie all'interno di un gruppo di giovani amici». Ha letto i libri di Antonio Manzini che hanno ispirato la fortunata serie televisiva de “Il vicequestore Rocco Schiavone” ambientata in Valle d’Aosta? «Non conosco i romanzi di Antonio Manzini - risponde Guido Airoldi - perché, lo confesso, non amo molto i gialli tradizionali, anche se ne ho scritto uno che comunque proprio tradizionale non è. Ora purtroopo non scio più ma frequento sovente la Valle d’Aosta nei mesi estivi e mi piacerebbe, pandemia permettendo, poter presentare il mio libro direttamente ai valdostani».

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