Figli del lockdown: le nascite giù del 10 per cento Incide l’assenza delle neo mamme dal Piemonte
Esattamente un anno fa, il 9 marzo del 2020, l’Italia precipitava nell’incubo della pandemia con l’entrata in vigore del decreto che ha sancito lo stretto confinamento fino al 18 maggio. Settimane di paura e di incertezza che hanno condizionato la vita di tutti noi e anche le prospettive per i mesi e gli anni successivi.
Eppure, a quanto pare, in quei giorni i valdostani non hanno rinunciato al più impegnativo investimento sul proprio futuro: i figli. Lo rivelano i dati forniti dalla Struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Usl della Valle d’Aosta.
Nel periodo compreso tra il 1° dicembre 2020 e il 28 febbraio 2021 - ovvero esattamente 9 mesi dopo la fase del “lockdown” più restrittivo - sono nati all’ospedale Beauregard di Aosta 157 bambini, i cosiddetti “figli del lockdown”, concepiti in quelle settimane di smarrimento e di chiusura in casa.
Un anno prima, nello stesso periodo (ovvero dal 1° dicembre 2019 al 28 febbraio 2020), ne erano nati 175. Si è quindi registrato un calo di 18 neonati, ovvero del 10,3 per cento. Che però non pare ascrivibile a un minor desiderio di genitorialità da parte delle coppie valdostane bensì al quasi azzeramento - a causa delle restrizioni tuttora in vigore - delle partorienti provenienti da fuori Valle, in particolare dal Piemonte.
«Probabilmente, da una analisi incompleta dei dati a disposizione su un fenomeno così complesso quale è la denatalità, si può dire che il calo sia per lo più ascrivibile al “lockdown” che ha reso più difficoltosi gli spostamenti tra le regioni e ha annullato quel 10 per cento dei flussi attivi che era rimasto costante negli ultimi anni. - conferma il dottor Livio Leo, direttore del Dipartimento Materno Infantile e della Struttura complessa di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Beauregard - In minima parte, ha contribuito il fatto che vi è un numero significativo di stranieri residenti che stanno andando via dalla nostra regione. Il numero delle nascite nelle famiglie valdostane ha sostanzialmente “tenuto”, sia grazie all’implementazione del centro Pma (Procreazione Medicalmente Assistita) sia per la messa in sicurezza dei nostri percorsi sia ostetrici che chirurgici che hanno fatto sì che le coppie che hanno scelto il nostro punto nascite percepissero la sicurezza e la professionalità legata alla nostra équipe ostetrico-pediatrico-anestesiologica all’interno del Dipartimento Materno Infantile. Questo è certamente legato sia all’aver inserito per primi in Italia il doppio screening Covid per le partorienti sia all’aver potenziato le attività ambulatoriali per garantire il distanziamento sociale».
Se quindi lo choc iniziale dell’emergenza sanitaria non pare avere influito più di tanto sul numero delle nascite in Valle d’Aosta, resta da vedere - e lo si capirà nei prossimi mesi - quanto incideranno sulla curva demografica le conseguenze economiche della pandemia.