Borgofranco celebra il suo genio dell’astronautica

Borgofranco celebra il suo genio dell’astronautica
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In un felice momento di recuperato interesse per l’esplorazione dello spazio - ravvivato dalla recente discesa su Marte del rover statunitense Perseverance, Borgofranco d’Ivrea si organizza per celebrare il padre dell’astronautica italiana, il professore e generale Luigi Broglio, autentico borgofranchese anche se nato per caso a Mestre, del quale quest’anno ricorrono i 110 anni dalla nascita e i 20 dalla scomparsa.

«Vogliamo ricordare la figura di questo importante personaggio, che oggi ancora pochi conoscono - spiega il sindaco Fausto Francisca - e quindi stiamo lavorando alla creazione di un comitato celebrativo e di onore, in collaborazione con Giuseppe Rao, presidente dell’Associazione Ivrea a Roma. Vedremo di proporre nel corso dell’anno eventi, una targa commemorativa o iniziative con le scuole».

I genitori di Luigi Broglio, l’insegnante elementare Margherita Ferrando e l’ufficiale di artiglieria Ottavio, entrambi originari di Borgofranco, si trasferirono a Roma nel 1915, dove il figlio conseguì una laurea in ingegneria civile e mise a punto un innovativo sistema di calcolo strutturale applicato ai velivoli e alle sollecitazioni di cui erano oggetto in volo. Vinto un concorso per ingegneri per la Regia Aeronautica, con il grado di tenente passò al Centro Studi ed Esperienze di Guidonia e dopo la guerra - in cui fu partigiano nella zona di Roma -, divenuto docente universitario, visitò gli Stati Uniti, tenendo corsi universitari di matematica, fisica e aeronautica così brillanti da sortire addirittura l’interesse e l’ammirazione della nascente organizzazione della Nasa. Il conseguito riconoscimento consentì a Luigi Broglio di fondare nel 1952 la Scuola di Ingegneria Aerospaziale a Roma, di cui fu rettore di cattedra, e soprattutto di varare il Progetto San Marco, una collaborazione tra Italia e Stati Uniti che permise il lancio e la messa in orbita del primo satellite italiano, il “San Marco 1”, portando così il nostro Paese a essere il terzo a inviare un oggetto nello spazio, di creazione completamente nazionale, dopo Usa e Urss. Luigi Broglio gestì per decenni il Centro Spaziale di Malindi in Kenya, un piccolo spazioporto con installazioni costiere e due piattaforme di lancio marine, la San Marco e la Santa Rita, ancora oggi attive per il tracciamento dei satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea e per quello dei futuri voli della SpaceX.

«La madre del generale Luigi Broglio fu maestra elementare in località Biò negli anni Venti - ricorda Fausto Francisca - e la famiglia abitava in via Delle Chiese, dietro Palazzo Marini. Dopo il loro trasferimento a Roma non mancarono comunque di trascorrere sempre le vacanze estive a Borgofranco».

Negli anni Sessanta fu conferito a Luigi Broglio il Cavalierato, con una cerimonia che si tenne in paese, al Salone del Carnevale dell’Olmetto, comprensiva dell’intitolazione di una via all’insigne professore.

«Poiché era ancora in vita non si poteva dare il suo nome alla strada che collega via Marini con la Statale, dove ci sono le scuole elementari - ricorda ancora il sindaco Fausto Francisca - Quindi si pensò di intitolare la via San Marco, attribuzione che non è ovviamente riferita al santo omonimo bensì all’abbreviazione di Progetto San Marco, il più eclatante risultato della sua carriera astronautica». Scomparso nel 2001, il generale Luigi Broglio riposa accanto alla madre nel cimitero di Montebuono, a Borgofranco d’Ivrea.

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