L’Arer

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Da un lato le opportunità offerte dal superbonus 110 per cento per ristrutturare 25 edifici per 16 milioni 800mila euro, dall’altro un bando statale che potrebbe consentire di ottenere 15 milioni di euro per riqualificare il Quartiere Cogne. L’Azienda regionale edilizia residenziale guidata dal presidente Ivo Surroz non intende sprecare nessuna opportunità. Lo affiancano nel Consiglio di amministrazione, che si è insediato martedì 22 dicembre scorso, la vicepresidente Nicole Salvatore con i consiglieri Giuseppe Rollandin - entrambi nominati dalla Giunta regionale -, Christian Alleyson designato dal Comune di Aosta, e Pierre Bonel in rappresentanza del Celva. L’Arer è un’azienda con circa 30 dipendenti in pianta organica che gestisce 3.100 edifici sull’intero territorio regionale, costituiti da oltre 1.700 alloggi di edilizia residenziale pubblica e altri 1.400 fabbricati tra autorimesse, attività commerciali e altri immobili.

In merito al superbonus 110 per cento, il presidente Ivo Surroz spiega che «Fin dalla pubblicazione del Decreto-legge del 19 maggio 2020 numero 34, l’Arer ha ritenuto fosse indispensabile per l’Azienda cogliere le opportunità offerte dalla nuova normativa per “mettere in cantiere” un programma di interventi ai fini di procedere ad una profonda riqualificazione di una parte consistente del proprio patrimonio edilizio. Nei mesi seguenti, parallelamente all’affinarsi del quadro normativo, l’Arer ha provveduto a dotarsi degli strumenti necessari a supportare un programma che, già dalle prime valutazioni, si annunciava particolarmente impegnativo per l’Azienda. Le deliberazioni del Consiglio di amministrazione succedutesi dal settembre 2020 fino all’ultima dello scorso venerdì 29 gennaio hanno progressivamente messo a fuoco le direttrici programmatiche ed operative lungo le quali avremmo dovuto muoverci. Il primo passo è stato l’individuazione dei fabbricati le cui caratteristiche tipologiche e tecnologiche rendessero auspicabile e consigliabile un intervento di riqualificazione energetica. Sarebbe stato quanto mai irrealistico ipotizzare interventi estesi all’intero patrimonio edilizio dell’Arer oggi costituito da circa 1.800 unità immobiliari ad uso abitativo. Si è ritenuto opportuno adottare come criteri di selezione l’anno di costruzione antecedente al 2000, gli edifici il cui fabbisogno energetico risultasse particolarmente elevato, i fabbricati in piena proprietà, gli immobili dotati di completa conformità catastale e i fabbricati con 8 o 10 unità immobiliari». I risultati di tale scrematura hanno portato ad individuare immobili ad Aosta, Morgex, Aymavilles, Châtillon, Verrès, Issogne, Pontboset e Pont-Saint-Martin per un importo totale di 16.800.000 euro,

«La selezione operata - prosegue il presidente Ivo Surroz - ha quindi permesso selezionare un primo gruppo di 25 fabbricati per un totale di 319 unità immobiliari localizzati sull’intero territorio regionale, in condizioni climatiche anche molto differenziate. Si pensi, per esempio, alla differenza di dati climatologici che intercorre fra 2 realtà come il comune di Morgex e quello di Pont-Saint-Martin. Per condurre a buon fine un programma di tali ambizioni, l’Arer ha inoltre ritenuto necessario sottoscrivere una apposita convenzione con il Politecnico di Torino affidando a questo la definizione delle linee degli interventi da eseguirsi, e costituire una struttura tecnico-operativa composta da 7 professionisti esterni, quali ingegneri e architetti scelti con una procedura di evidenza pubblica, che potesse integrare la struttura dell’Arer per tutte le fasi di progettazione e direzione dei lavori. Inoltre si sceglierà un istituto di credito, anche questo definito attraverso una procedura di evidenza pubblica, disponibile ad acquisire il credito d’imposta derivante dai lavori da svolgere e a garantire la copertura finanziaria necessaria nelle fasi di avvio».

Le tipologie di lavorazioni che costituiranno i vari interventi saranno definite dai vari livelli della progettazione «Ma si può già ipotizzare - precisa il presidente Surroz - che esse riguarderanno la coibentazione delle facciate e delle coperture, l’eventuale sostituzione dei serramenti, la valutazione dei sistemi di generazione del calore e l’eventuale possibilità di una loro sostituzione con generatori alimentati da fonti rinnovabili, oltre ad un esame della necessità e fattibilità di una eliminazione delle barriere architettoniche, ove presenti».

Il cronoprogramma prevede di concludere le operazioni di progettazione degli interventi per il prossimo mese di agosto, per procedere all’affidamento degli stessi nei mesi seguenti. Tutti i lavori dovrebbero concludersi entro dicembre 2022. «La dimensione relativamente contenuta dei diversi lotti di intervento - osserva il presidente Ivo Surroz - permetterà a molte imprese valdostane di partecipare alle relative gare d’appalto. Le procedure di assegnazione coinvolgeranno le strutture regionali normalmente utilizzate per l’espletamento degli appalti pubblici, ovvero la Stazione Unica Appaltante. L’auspicio è naturalmente che le imprese locali sappiano trovare le energie per approfittare adeguatamente all’occasione offerta».

Inoltre l’Arer partecipa con il Comune di Aosta a un bando pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per favorire la riqualificazione urbanistica, energetica, economico-sociale ed ambientale di ambiti urbani in una situazione di degrado. «Il Comune di Aosta parteciperà a tale bando - riferisce il presidente Ivo Surroz - in qualità di soggetto proponente di una operazione che investirà il Quartiere Cogne con interventi che riguarderanno il patrimonio edilizio, gli spazi pubblici e il tessuto economico e sociale del Quartiere, con l’intenzione e la speranza di poter accedere alla quota massima di finanziamento, consistente in 15 milioni di euro. In questa operazione di particolare rilevanza per il capoluogo regionale, considerato il ruolo fondamentale svolto dal Quartiere Cogne negli equilibri urbani, l’Arer affianca il Comune di Aosta assumendosi il ruolo di soggetto attuatore degli interventi che riguarderanno gli edifici di sua proprietà o da essa gestiti».

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