“La mia vittoria grazie ai voti di chi si è ribellato a un certo sistema”

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«Queste elezioni mi hanno trasmesso una forte emozione. Essere stato eletto presidente del Comitato per il prossimo quinquennio ha fatto il resto. E come ho scritto nel mio programma, intendo essere il presidente di tutti i cacciatori della nostra splendida Valle d’Aosta». Sono queste le prime parole pronunciate da Sergio Grange a poche ore dallo spoglio delle schede che lo ha decretato nuovo presidente del Comitato regionale per la gestione venatoria.

Sergio Grange, classe 1966, cacciatore di Nus e rappresentante uscente della circoscrizione numero 4 “Mont Emilius”, poliziotto in pensione dal 2019, è stato eletto con 574 preferenze distaccando di 97 voti il suo maggiore antagonista, Ivan Pasquettaz. «È stata una campagna elettorale anomala, senza la possibilità di fare incontri. Questo però non mi ha impedito di contattare tutti i presidenti delle sezioni. - afferma con soddisfazione Sergio Grange - Credo che i cacciatori abbiano premiato la persona ancora prima di pensare al ruolo che essa sarebbe andata a ricoprire. Se fosse possibile farlo andrei a stringere la mano a tutti coloro che hanno riposto in me la loro fiducia ringraziando di persona i cacciatori delle varie circoscrizioni, tra cui quella della circoscrizione numero 1 “Valdigne-Mont Blanc” che votandomi hanno dimostrato di volersi ribellare a un sistema che avevano messo in atto altri. Dunque, questa mia vittoria è di tutti i cacciatori valdostani e di chi ha voluto fare sentire la propria voce contro un certo sistema predestinato. Il centinaio di voti di differenza fa capire che si tratta di un risultato che mi premia per averci messo la faccia, per la correttezza che credo di avere saputo dimostrare. Apprezzo Aldo Matteotti che si è messo in gioco. E stimo molto Ivan Pasquettaz con cui ho lavorato insieme nel precedente Comitato, ma in questa campagna elettorale ognuno di noi 3 ha fatto il proprio percorso presentando un proprio programma».

Ciò che ha fatto la differenza in questa corsa alla presidenza è che, finalmente, la politica valdostana ne è rimasta fuori. «Davvero una bella cosa, per questa ragione non è possibile imputare la scelta dei cacciatori a spinte diverse. - conclude Sergio Grange - La politica deve darci i mezzi per portare avanti le cose, ma non deve interferire come ha sempre fatto in passato. Questo è di sicuro un buon punto di partenza che dimostra che noi cacciatori dobbiamo confrontarci con gli uffici regionali e collaborare con le strutture competenti, senza però esserne succubi. Ora c’è da lavorare tutti insieme, a cominciare dalla revisione del Piano faunistico venatorio che è scaduto nel 2012 e che credo dovrà tenere conto della presenza del lupo e della sua gestione».

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