La conquista dello spazio secondo Michele Tetro

La conquista dello spazio secondo Michele Tetro
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Marte è una meta ambita di questi tempi, nei quali pare che si sia risvegliata la corsa all’esplorazione dello spazio su vasta scala. Alla volta del pianeta rosso sono dirette ben 3 missioni spaziali, che hanno approfittato dell’ottimale finestra di lancio del luglio 2020, con il quarto mondo del sistema solare in opposizione alla Terra: la statunitense Perseverance - cui è affidato il compito di cercare tracce di ipotetica vita sull’arido mondo e di testare un elicottero-drone per esplorazioni in quota -, la cinese Tianwen-1 - che nel maggio 2021 sgancerà un rover nell’area di Utopia Planitia, lo stesso sito della Viking 2 americana del 1977 - e la sonda degli Emirati Arabi Al Amal - in italiano “speranza”, che si propone un’inserzione orbitale e una missione biennale a lungo raggio della superficie marziana.

Con tempistica perfetta, quindi, esce per i tipi di Odoya Editrice il nuovo libro del collaboratore de La Vallée Notizie Michele Tetro, storico del cinema e della narrativa di fantascienza ed esperto di astronautica, intitolato appunto “Spazio, il vuoto davanti”, un lungo saggio che ha come tema le distese cosmiche tra storia, filosofia, scienza, astronautica, narrativa, arte e cinema.

«Le definizioni che abbiamo di universo, spazio e cosmo vanificano immancabilmente ogni tentativo di appropriarsi adeguatamente dell’infinito che ci circonda, - spiega Michele Tetro - poiché certo non è facile avvicinarsi a qualcosa che implica, nella più semplicistica delle considerazioni, tutto ciò che è contenuto nel Creato, cioè materia, energia, luce e buio, vuoto, pianeti, stelle, nebulose e galassie. Gli unici strumenti in nostro possesso per tentare l’impresa sono la scienza e la fantasia. La ricerca consente di ipotizzare fenomeni d’immensa portata cosmica, l’immaginazione di avere la capacità di vedere oltre questi fenomeni, connotandone potenzialmente la vera natura, ipotizzandone altri e ulteriori, ancora più complessi e meravigliosi».

Nel suo libro Michele Tetro evidenzia come l’uomo sia stato in grado di “appropriarsi” del cosmo, dello spazio interstellare, dell’universo infinito attraverso il mito, le visioni pre-scientifiche, l’arte, la scienza vera e propria, i primi passi dell’esplorazione spaziale, la narrativa, l’illustrazione, il cinema, la televisione. «Tentare di comprendere lo spazio - conclude Michele Tetro - è forse il più alto momento di gloria concesso all’essere umano e le insondabili distese cosmiche sono il definitivo attrattore del nostro pensiero».

Una simpatica immagine finale nel libro rivela che l’autore, colto in tuta spaziale, sia “astronauta nominale”, in quanto il suo nome, assieme a migliaia di altri che hanno aderito all’iniziativa promossa dall’agenzia spaziale americana, è contenuto in un microchip inserito sulla sonda della Nasa Insight, felicemente scesa su Marte nel 2018.

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