Costi della politica, la Corte dei Conti chiede 40mila euro a tre ex capigruppo
Tre ex capigruppo del Consiglio Valle sono stati condannati dalla Corte dei Conti a risarcire complessivamente quasi 40mila euro nell'ambito dell'inchiesta contabile sulla gestione dei fondi dei gruppi tra il 2008 e il 2013. Si tratta di Patrizia Morelli e di Roberto Louvin di Alpe e di Diego Empereur dell’Union valdôtaine. In dettaglio, il danno erariale contestato è di 1.500 a Louvin, di 8.000 euro a Morelli - condannati in Corte d’Appello a Torino a 4 mesi ciascuno per finanziamento illecito ai partiti - e di 30mila a Empereur, quest’ultimo assolto in sede penale nel febbraio scorso.
La sentenza della Sezione giurisdizionale regionale per la Valle d’Aosta della Corte dei Conti - composta dal presidente Paolo Cominelli, dal giudice relatore Eugenio Musumeci e dal giudice Pietro Maltese - in merito a Roberto Louvin ha esaminato il finanziamento mediante contributi regionali di 4 spese finalizzate all’acquisto di 500 euro per una marca da bollo per un ricorso promosso dal gruppo al Tar, 554,40 euro per sveglie da tavolo recanti il logo Alpe; 267,75 euro quale regalo per la nascita del figlio di un consigliere regionale e 540 euro per 27 regali di Natale a favore di dipendenti del Consiglio Valle. Di tali spese, secondo i magistrati contabili, la prima risulta ammissibile «Perché comunque ispirata da un intento politico, in riferimento ad una nomina (del direttore di un’agenzia regionale) contestata dal gruppo consiliare». «Risulta invece ovvia l’impossibilità - è la valutazione dei giudici - di finanziare grazie ai contributi regionali, regalie squisitamente private: come quelle per la nascita di un bambino ovvero per soggetti (quali i dipendenti del Consiglio regionale) rispetto ai quali il gruppo non svolge attività di rappresentanza stricto sensu. Neppure è ammissibile una spesa meramente propagandistica, come quella per gadgets con il logo del gruppo».
Le spese contestate a Patrizia Morelli riguardano invece i compensi professionali (complessivamente pari a 9.288,03 euro) per 3 giudizi tra loro connessi, aventi ad oggetto l’ineleggibilità di consiglieri regionali appartenenti ad un altro gruppo consiliare e un ulteriore compenso defensionale di 1.872 euro per un giudizio riguardante nomine e determinazioni dei compensi degli organi direttivi di una Comunità montana valdostana.
Tutte spese ritenute ammissibili dai giudici perché i «Contenziosi giudiziali finanziati dal gruppo Alpe costituivano comunque uno strumento di lotta politica del gruppo stesso, a prescindere dall’esito (favorevole nell’un caso, contrario nell’altro) della specifica controversia».
Considerata legittima anche la donazione di 500 euro all’associazione “Scuola di pace della Valle d’Aosta” che ha «Comunque valenza politica, anche perché, in buona sostanza, grazie a quella spesa risulta finanziata un’attività politica di due consiglieri del gruppo Alpe».
Respinta, invece, l’ammissibilità del contributo di 2.500 euro per il circolo Espace populaire «Non essendo sufficiente la circostanza che ivi possano essersi talora svolte iniziative politiche di interesse del gruppo stesso».
Ammissibili sono anche «le spese di trasporto (60 euro) in favore dell’ospite ad un convegno organizzato dal gruppo consiliare ovvero di un consigliere del gruppo stesso, in riferimento ad un incontro che costituiva senz’altro espressione di attività politica. Ed analoga finalità caratterizzava le spese in favore della cooperativa Enfer (123,90 euro) e della trattoria Pam Pam (148 euro), così come la pubblicazione su un giornale (con evidenti finalità di trasparenza) dei bilanci del movimento Alpe di cui il gruppo era espressione (1.936 euro)».
Ritenuta illegittima invece la spesa di 4.719 euro per un sondaggio, commissionato dal movimento Alpe.
I giudici hanno ritenuto corretta la spesa di circa 44mila i fra il 2012 e 2013 per il periodico “Alpe”, intitolato all’omonimo movimento politico e da quest’ultimo edito.
Il danno erariale contestato inizialmente all’ex capogruppo Uv, Diego Empereur, ammontava a 657.354,57 euro relativo alle spese per il Peuple Valdôtain pari a 606.867 euro e da ulteriori spese.
Per quanto riguarda le spese per il giornale i giudici della Corte dei Conti condividono le conclusioni del giudice penale. «Appare ovvio che una così ampia e soprattutto sistematica risonanza attribuita dal giornale Le Peuple Valdôtain alla specifica attività politica del gruppo UV giustificasse e, anzi, presupponesse una partecipazione del gruppo stesso alle spese sostenute dall’editore di quel giornale».
Per i giudici della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti «non sono ammissibili, invece, le spese sostenute dal gruppo consiliare per finalità che non possono considerarsi di rappresentanza. E che invece risultano meramente propagandistiche, perché tutte connesse ad auguri o a regali natalizi verso destinatari indeterminati» . La somma ipotizzata dalla Procura di circa 13mila euro è stata ricalcolata, per intervenuta prescrizione, in 8.905,80 euro. Altri 16.782,10 euro sono stati contestati perché «Non avvalorati da alcuna documentazione».