Ezio Venturini, l’appassionato di fondo che è stato Sindaco di due Comuni: Oyace e Bionaz

Ezio Venturini, l’appassionato di fondo che è stato Sindaco di due Comuni: Oyace e Bionaz
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Cinquant’anni di onorato servizio per lo sport. Li compie in questo mese di marzo Giulio Ezio Venturini di Oyace, giudice regionale di sci di fondo. La passione per questa disciplina nasce nell’infanzia, negli anni in cui nei mesi invernali la neve impegnava i ragazzini in sport e divertimenti poco costosi, ma formativi. Per di più il papà Angelo è un appassionato di fondo, tra i fondatori e animatori dello Sci Club Monte Fiorio: organizza corsi di sci e tutti i suoi figli sono presto «messi» sulla neve.

Il cognome Venturini è portato nella Vallée dal nonno paterno Cesare, originario di Brescia. Finanziere, è assegnato al posto di frontiera di Bionaz nel 1909. In Valpelline nel 1911 Cesare Venturini sposa Gasparina Petey di Oyace, per trasferirsi nuovamente a Brescia, dove nel 1918 nasce Angelo. Gasparina muore quando Angelo ha appena undici mesi e il piccino è affidato alle cure della zia materna Angiolina Petey e del marito Pietro Petitjacques a Oyace. «Questi zii per noi sono stati come dei nonni. - spiega Ezio Venturini - Mio papà Angelo e la mamma Clementina Petitjacques, da tutti conosciuta come Ida, depositaria del “secret”, hanno avuto nove figli. Io sono il terzo, nato il 4 ottobre del 1948. Il primo è Rinaldo, parroco di Saint-Marcel, la seconda Giulietta, diplomatasi infermiera professionale e per molti anni caposala ad Aosta. Dopo di me sono arrivati Carluccio, aggiustatore meccanico, Lucia, maestra, Elvio, ex nazionale di fondo e scialpinismo e poi allevatore, Amato, geometra, Giovanni, anche lui azzurro di fondo e come il nonno finanziere e infine Gian Luca, tecnico informatico. Una famiglia numerosa e affiatata. Gian Luca ha ricevuto il “secret” dalla mamma lo scorso anno».

La mamma Ida bada alla campagna e il papà dal 1956 lavora alla centrale idroelettrica di Valpelline. Con qualche figlio fuori casa a studiare, la famiglia tira avanti bene. Nel 1958 i genitori si trasferiscono con i figli più piccoli a Bionaz, nella casa del nonno materno Ambrogio Petitjacques, per assisterlo, mentre Rinaldo, Giulietta, Ezio e Lucia rimangono dagli zii che, ormai anziani, hanno bisogno di aiuto.

Dopo le elementari, frequentate fino alla sesta, Ezio è mandato in collegio ad Aosta, alla scuola di agricoltura allora gestita dai canonici del Gran San Bernardo. Dopo tre anni e il superamento di un esame integrativo per la licenza di scuola media, va a studiare, sempre in collegio, alla scuola di agricoltura della Fondazione Minoprio, a Vertemate con Minoprio, in provincia di Como, allora di proprietà della Cariplo e dal 1980 acquisita dalla Regione Lombardia. «Era considerata la più moderna scuola d’agricoltura d’Europa. - afferma Ezio Venturini - Il preside, il professor Jean Louis Dufour aveva anche diretto la scuola di agricoltura di Ginevra. Ne sono uscito come tecnico agrario, esperto del settore ortoflorofrutticolo e vivaistico. Avrei potuto continuare con l’Università, ma i corsi che mi interessavano erano a Pavia e sono tornato a casa».

Negli inverni trascorsi in Valpelline, tra Oyace e Bionaz, fino al 1961, Ezio Venturini si dedica al fondo assieme ai fratelli. Lo Sci Club è un vivaio di giovani campioni che poi vengono reclutati dai vari centri sportivi a livello nazionale; tra di loro sono Francesco Chenal, poi arruolato in polizia, Elvio Venturini e Gildo Denchasaz, che gareggiano per il Corpo forestale. «Devo confessare che io ero il più scarso tra i fondisti di famiglia. - continua Ezio Venturini - Ho gareggiato fino al 1961 e quando sono tornato dal collegio nel 1966, fresco di patente di guida ho cominciato a portare i ragazzi dello Sci Club alle competizioni. Così è nata l’idea di iscrivermi al corso per giudice di gara regionale, tenutosi in Valle d’Aosta nel 1967. Ho completato il tirocinio accompagnando gli atleti del mio club e mi sono abilitato nel marzo del 1968, cinquant’anni fa».

Nell’autunno del 1968 assolve l’obbligo di leva in aeronautica, come attendente del colonnello Adriano Merani, comandante del reparto di Genova Sestri. E’ la qualifica di giardiniere a farlo scegliere dal comandante che abita in una casa con un grande giardino. L’abilità e la simpatia di Ezio fanno sì che si stabilisca un rapporto di amicizia che va ben oltre il periodo di ferma, tanto che il colonnello Adriano Merani sarà suo testimone di nozze nel 1984.

Dopo il servizio militare, nell’estate del 1970 lavora come tuttofare nell’alpeggio di Vessona, nel Comune di Oyace e dall’autunno alla primavera successiva è carpentiere per l’impresa edile che costruisce l’Hotel Valentino a Dzovenno, villaggio di Bionaz. Nel giugno 1971 è assunto all’Assessorato dell’Agricoltura, dove rimane fino al pensionamento nel 2004.

«Sono stato anche segretario particolare di Angelo Lanièce dal 1987 al 1992, seguendolo dall’Assessorato del Turismo a quello della Sanità e infine all’Agricoltura», aggiunge Ezio Venturini.

Dal 1968 si impegna a fare il giudice di gara, fornendo anche più di quindici servizi per stagione. «I giudici di gara di fondo erano pochi perché non c’erano le agevolazioni che avevano i giudici di discesa, come lo sconto sull’abbonamento annuale agli impianti», precisa Ezio Venturini che racconta come in cinquant’anni il lavoro del giudice di gara sia profondamente cambiato. Dal giro della pista con gli sci per verificare che non ci fosse ghiaccio e che la battitura, due solchi paralleli eseguiti di solito da alcuni sciatori del club organizzatore, fosse in regola, si è passati al giro con la motoslitta e alla battitura meccanizzata.

«Dovevamo controllare che i regolamenti fossero rispettati, che i concorrenti si comportassero in modo corretto con gli avversari, senza danneggiarli o ostacolarli, e che non tagliassero la pista, con controlli volanti e all’arrivo. Una volta la partenza era singola a cronometro, adesso è in gruppo, la cosiddetta “mass start”. - spiega Ezio Venturini - Poi con il direttore di pista si doveva rispondere a eventuali reclami. Oggi con le piste omologate ci sono meno problemi, ma nei primi anni in cui ho fatto il giudice solo poche stazioni avevano piste omologate e anche gli Sci Club dei centri più piccoli organizzavano delle gare. Mi è capitato il giorno prima della gara di stare a battere ordini di partenza e assegnare i pettorali fino a tarda sera. C’erano in media centoventi concorrenti, divisi nelle varie categorie. Ricordo che spesso veniva Oreste Riconda di Ollomont a dare una mano a ciclostilare, per facilitare il club con poco personale. Ho fatto il giudice persino in due gare in due posti diversi nella stessa giornata!».

Giunto al traguardo dei cinquant’anni ha dimezzato il suo apporto, privilegiando il ruolo di giudice di arrivo o di partenza e lasciando ai più giovani il compito di giudice arbitro o delegato Fisi. Con il compimento dei settant’anni di età il prossimo ottobre, per continuare dovrà avere l’autorizzazione della Federazione italiana sport invernali, che fissa proprio a settanta il limite di anzianità per i giudici.

Ezio Venturini ha portato il suo apporto allo sci di fondo non solo come giudice di gara. Succedendo al papà Angelo, è stato presidente dello Sci Club Monte Fiorio dal 1971 al 1982 e quindi consigliere dell’Asiva dal 1982 al 1986. Nel 1986 lo Sci Club Monte Fiorio si è fuso con quello di Bionaz nello Sci Club Bionaz-Oyace, di cui è stato primo presidente don Ivano Reboulaz.

«A Oyace c’era meno neve, non si poteva fare la pista per la strada regionale che passa in mezzo, mentre a Bionaz c’era la possibilità di omologare la pista e così avevamo proposto l’unificazione. - continua Ezio Venturini - Con don Ivano c’erano come vice presidenti i due presidenti dei club originari, Gilio Petey di Oyace ed Edy Jordaney di Bionaz».

Nel 1984 Ezio Venturini sposa Antonietta Ede Chiono, già vedova e mamma di Luca Colombin. Nel 1986 nasce Michel, che laureatosi in lettere moderne, oggi lavora nella cooperativa sociale Bourgeon de vie di Nus. Dal 1985 al 1990 Ezio Venturini è sindaco di Oyace, dopo esserne stato vice sindaco nel quinquennio precedente.

«Mio papà era stato anche lui sindaco di Oyace dal 1965 al 1975 e poi vice sindaco dal 1975 al 1980. Durante il mio mandato si sono conclusi i lavori del nuovo municipio, è stata completata la rete fognaria e ho dato il via al progetto per ristrutturare scuola e biblioteca e per realizzare il ristorante a fianco del municipio», afferma Ezio Venturini. Si trasferisce quindi a Bionaz, in località Dzovenno e dal 1995 al 2005 è sindaco di Bionaz. Tra i lavori eseguiti nel decennio del suo mandato sono il poligono da venti piazzole per le gare di biathlon, poi ampliato a trenta piazzole per accedere al circuito di Coppa Europa, l’area sportiva, la messa in sicurezza della strada per la diga di Place Moulin, le ristrutturazioni dell’ostello la Bâtise, realizzata con fondi del Giubileo, e del bar La Laitii, grazie a contributi dell’Unione Europea, e infine l’ampliamento del municipio su progetto del predecessore, Emilio Berriat. Appassionato di escursionismo, intuendo le possibilità di sviluppo turistico in tal senso di Bionaz, cura la messa in sicurezza di numerosi sentieri, in collaborazione con gli svizzeri, aderendo al progetto Tour de Cervin e allo studio e alla realizzazione del Tour des Barrages.

«Avevo seguito un corso di alpinismo nel 1977, organizzato dal Crer, Centro ricreativo ente Regione. - puntualizza Ezio Venturini - Mi era piaciuto molto, non avevo nessuna paura. Poi ho smesso con l’arrampicata e ho continuato con l’escursionismo, anche di più giorni, come il trekking dell’Alta Via numero uno. Avevo fatto ripristinare pure il sentiero numero 16 che si snoda sul fondo del vallone di Bionaz fino alla diga di Place Moulin. Adesso è chiuso per pericolo frane e mi spiace perché era molto frequentato, essendo piacevolmente in ombra in estate. In inverno ho continuato a fare fondo, partecipando anche alle gare dei volontari del soccorso o del gruppo donatori di sangue dell’Avis, fino al 2009. Poi per motivi di salute ho proseguito con lo sci di discesa e le escursioni».

Dopo il pensionamento nel 2004 ha cominciato a prestare la sua opera come volontario sia del soccorso della Valpelline sia del servizio sociale della Valpelline. Svolge turni in ambulanza, fino a quattrocento ore all’anno, ha preso parte come soccorritore alla processione Fontainemore-Oropa, e collabora a servizi di trasporto in tutta la zona dell’ex comunità montana Grand Combin. Accompagna anziani non solo a visite mediche, ma anche a fare la spesa e dato che è tranquillo e paziente, c’è qualcuno che vuole andare proprio con lui. Come barelliere dal 1980 segue i pellegrinaggi a Lourdes, mentre nel 2009 si è recato a Medjugorje. Nel cuore gli rimane la soddisfazione di aver conosciuto e seguito tanti giovani campioni di fondo. «Di tutti ricordo i nomi, anche se molti non li riconosco subito, avendoli visti da bambini o poco più. Mi fa sempre piacere rivederli e scambiare quattro chiacchiere con loro», conclude Ezio Venturini.

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