L’ultimo saluto a Silvio Thomain, per anni il volto e il sorriso dell’Hotel Edelweiss a Villeneuve
Tanta gente nella mattinata di ieri, venerdì 5 gennaio, ad Arvier, ha voluto portare l’ultimo saluto a Silvio Thomain, scomparso mercoledì scorso, 3 gennaio, all’età di 83 anni. Il nome di Silvio Thomain - nato a Planaval di Arvier l’8 aprile del 1934 - è legato a doppio filo a quello dell’Hotel Edelweiss in località Trepont a Villeneuve, lungo la strada statale 26, costruito all’inizio degli anni Settanta. Dapprima - nel 1972 - Thomain aprì il bar e il ristorante, poi - nel 1980 - l’albergo, che gestì con la moglie Vitalina Vuillermoz. Ma la carriera di Silvio Thomain nel settore dell’ospitalità non inizia a Villeneuve. Negli anni Sessanta infatti gestì un hotel in località Les Suches, a La Thuile «dove suo cugino Corrado Gex atterrava con il Piper» ricorda la figlia Cristina.
Dopodichè Silvio Thomain si sposta ad Aosta: qui alla fine degli anni Sessanta è il volto e il sorriso del Bar Chamolé, in corso Battaglione Aosta. Quindi - all’inizio degli anni Settanta appunto - compie la scelta che diventerà una scelta di vita, su quel terreno del padre Simeone Alidor al Trepont di Villeneuve, dove appunto la famiglia costruisce l’Hotel Edelweiss, ora gestito dai figli Cristina ed Ettore con la moglie Morgana Lombardo, mentre l’altra figlia, Vilma, è insegnante. Al di là del lavoro, la grande passione di Silvio Thomain era la caccia, «ma tanti suoi ricordi e racconti erano legati alla gioventù a Planaval, alla vita contadina, alla sua prima attività lavorativa da boscaiolo» ricorda Cristina.
Oltre alla sorella Anita e ai figli Vilma con Mirco Jocallaz, Ettore con Morgana Lombardo e Cristina con Alberto Frachey, Silvio Thomain lascia i nipoti Frédéric, Didier e Dominique Jocallaz, Yasmine e Xavier Thomain, Emilie e Julien Frachey e i piccoli Raphaël e Cédric, figli di Didier.